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  • Palermo-Juve:| Miccoli e Conte, fratelli coltelli

    Palermo-Juve:| Miccoli e Conte, fratelli coltelli

    • D.V.

    Un paio d'anni fa Antonio Conte disse di Fabrizio Miccoli: 'È un giocatore di basso livello, se avesse la testa come ha i piedi sarebbe stato un buon giocatore'. In precedenza, quando il tecnico era alla guida del Bari, il capitano rosanero non era stato meno tenero: 'Per me Conte è un pagliaccio. Conoscendo che persona è, starà gufando Ranieri perché pensa di andare alla Juve'. Quando Miccoli dice di non avere nulla contro i bianconeri dice la verità... al 90%. Il simbolo dell'ultima granitica signora da scudetto è l'allenatore da cui lo dividono ruggini che risalgono al processo Gea. Proprio domenica, al 'Barbera', Conte tornerà in panchina, dopo aver finito di scontare quattro mesi di squalifica (per omessa denuncia, nell'ambito del processo sportivo per il calcioscommesse) e se c'è qualcuno a cui farebbe piacere tirargli uno scherzo è il numero 10 rosanero.

    Entrambi leccesi doc, Miccoli e Conte hanno rotto i rapporti nel 2008, ai tempi del processo Gea, la nota ex società di procuratori, con tanti figli d'arte. Conte rievocò una presunta cena con Miccoli, la moglie Flaviana e Francesco Caliandro (tuttora il manager di Miccoli), in cui l'attaccante gli avrebbe confidato di volersi affidare alla Gea. Circostanza che il calciatore ha smentito, ridendoci su: 'Volevo cambiare agente, però c'era anche il mio! Sono matto? Mi sembra una cosa assurda'. E la contesa verbale è andata avanti ben oltre le righe, alla prima occasione. Successivamente Conte ha descritto Fabrizio come 'uno da prendere con le molle, un po' estroso, non esattamente un uomo spogliatoio'. E ancora una volta la risposta non s'è fatta attendere: 'Conte chi? Chiedete ai miei compagni se è vera una cosa del genere. Dice che non sono come lui? Meno male'.

    Domenica, insomma, ci sarà spazio per uno specialissimo derby del Salento. E pensare che nell'agosto 2003 i due erano pappa e ciccia. Miccoli, nel ritiro bianconero di Saint Vincent, era il giovane arrivato in punta di piedi, Conte l'ex capitano, ma ascoltatissimo nello spogliatoio. I due passavano giornate a chiacchierare in dialetto leccese, le cui sfumature sfuggivano perfino al barese Legrottaglie. 'Le nostre origini - dichiarava Conte - ci hanno legato. Fabrizio è molto timido, ma sveglio'. E Miccoli completava il quadretto: 'Antonio è il primo a cui ho chiesto consigli, è come un fratello'. Oggi, al massimo, potrebbero essere fratelli coltelli.

    (Giornale di Sicilia)

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