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  • Palermo:| La rivincita di Cosmi

    Palermo:| La rivincita di Cosmi

    • D.V.

    Domenica mattina è salito a Montepellegrino. Non è dato sapere se lo ha fatto per rendere omaggio a Santa Rosalia dopo la vittoria sul Milan o, più probabilmente, per godersi dall'alto il panorama di quella che da qualche tempo è diventata la sua nuova città. Del resto, Serse Cosmi lo aveva detto in tempi non sospetti. 'Per me allenare in una città significa anche viverla. Significa scoprirne le bellezze, la cultura, gli usi, la gente. Insomma, significa imparare ad amarla'. Un rapporto d'amore che Cosmi sta cercando di cementare con una città e una tifoseria che non ha mai nascosto il suo affetto per Delio Rossi. 'Ma io - ricorda - ho allenato ad Arezzo essendo perugino, che è un po' come allenare a Catania essendo palermitano. Ho allenato a Perugia dopo un mostro sacro come Mazzone. Questo per dire che nessuno mi ha mai regalato niente e che saprò conquistare anche la gente di Palermo'.

    Un atteggiamento che è stato chiaro all'ingresso in campo delle squadre contro il Milan. Cosmi è entrato quasi in punta di piedi per uscire tra gli applausi alla fine della gara. Se sia scoccata una nuova scintilla è presto per dirlo. Certo è che da sabato sera, Cosmi ha molti più estimatori di quanti non ne avesse prima della partita con i rossoneri quando in tanti già pronosticavano una sconfitta, bissata magari nel derby, con conseguenze nefaste per la sua panchina. Con il Milan è come se si fosse chiusa la prima parte della nuova esperienza di Cosmi in rosanero. Con la Lazio la gara è stata un disastro. Ha continuato con il Genoa e le cose, nonostante la sconfitta, sono andate un po' meglio. Alla sua prima uscita al 'Barbera' è arrivato il primo capolavoro della sua gestione. L'1-0 al Milan che significa avere fermato la capolista, avere riaperto il discorso scudetto, ma, soprattutto, significa avere ridato fiducia alla squadra e avere fermato l'emorragia di risultati che era stata cristallizzata da cinque sconfitte di fila.

    'Il Palermo è una squadra che può battere chiunque - dice -. Il problema era ritrovare quell'autostima che era stata persa nelle ultime domeniche. Adesso il processo è iniziato e questa vittoria non può che aiutarci ad andare avanti'. Sì, perché il lavoro di Cosmi sino a oggi è stato fatto su due binari che procedevano in parallelo. Da una parte quello psicologico cercando di ricaricare le batterie a una squadra con il morale sotto i tacchi. Dall'altra quello puramente tattico cambiando volto alla formazione e cercando di farla somigliare il più possibile a una squadra di Cosmi. Quindi, innanzitutto la difesa a tre dove, dal secondo tempo di Roma, ha trovato collocazione stabile ed efficace Giulio Migliaccio. Poi il centrocampo dove si è passati dai cinque con la Lazio ai quattro con il Genoa e il Milan. Un centrocampo dove ha ritrovato posto anche Ilicic che attraversava un momento di appannamento. Tutto per poi finire in attacco dove il ritorno di Pinilla, in attesa del miglior Miccoli e di un Hernandez che ancora non decolla, è stato fondamentale.

    (La Repubblica - Edizione Palermo)

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