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  • Palermo multato:| Ammenda contro il pensiero

    Palermo multato:| Ammenda contro il pensiero

    • D.V.

    Tra le stranezze di questa terza giornata di campionato c'è anche la multa al Palermo per i cori contro l'arbitro Romeo. Quattromila euro per un po' di vaffa a ritornello. Una decina di euro al secondo facciamo. Bazzecole si dirà, ma il calcio continua a tradire se stesso e sull'altare del fair play vengono sacrificate perfino le sacre origini di questo sport. Origini per le quali la 'giacchetta nera' era ufficialmente un cornuto ancor prima di scendere in campo; situazione grottesca, molto ironica, e ben raffigurata in varie sedi. Chi ricorda l'incorruttibile arbitro Lo Cascio, magnificamente interpretato da Lando Buzzanca?

    Ovviamente nessuno vuol metter in dubbio l'onestà delle mogli dei direttori di gara, né la loro buona fede, ma punire un club per un coro che non inneggia alla violenza, che non è razzista né xenofobo e neppure blasfemo ha un significato sinistro: tutela autoritaria di una casta. Perché un calciatore della squadra avversaria, o della propria, può essere mandato a quel paese e l'arbitro no? Perché Lotito può essere regolarmente insultato dai propri fan e Romeo non può essere sbeffeggiato da quelli del Palermo? Questa è la sacralità che tutela i fischietti? Che possono sbagliare sempre e non pagano mai. Male che vada diventano commentatori televisivi. Se fanno parte del gioco devono giocare come gli altri. Ai tifosi per motivi di sicurezza è stato tolto il piacere dei fumogeni, delle coreografie, degli striscioni, adesso si vuol togliere anche la parola, la libertà di incazzarsi, l'ultima frontiera del fair play sarà la multa per il cattivo pensiero.

    A proposito di fan. Domenica erano davvero pochi: 27mila per una gara con l'Inter rappresenta il record negativo. Ed era vuoto soprattutto il settore ospiti, in genere stracolmo di fan nerazzurri sparsi nell'isola. Ma per accedervi domenica era necessaria la tessera del tifoso, vallo a raccontare all'interista di Racalmuto o di Carlentini. Il quale in previsione di questo evento avrebbe dovuto chiedere per posta all'Inter o a qualsiasi altra società d'Italia la tessera del buon tifoso. Però, volendo, lo stesso tifoso sarebbe potuto andare in qualsiasi altro settore dello stadio Barbera. Senza protezione, libero di fare a botte con chiunque. O ancora peggio non libero di esprimere le proprie emozioni. Meglio restare a casa.

    (Giornale di Sicilia) 

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