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  • Palermo, Panucci:| Scintille da vincente

    Palermo, Panucci:| Scintille da vincente

    • D.V.

    Christian Panucci, ovvero il calcio non è bello se non è litigarello. Il nuovo dirigente rosanero è stato un vincente, sulla breccia vent'anni, abbinando qualità tecniche e temperamento d'acciaio. Da difensore goleador in grandi squadre - Milan, Real, Inter, Chelsea e Roma - ha costruito un palmares carico d'allori (due Champions, un'Intercontinentale, due scudetti, una Liga, due ori agli Europei Under 21). La schiettezza l'ha portato a 'confrontarsi' spesso con compagni, avversari, procuratori (ha lasciato Tiberio Cavalleri per Oscar Damiani) e quasi tutti i suoi tecnici: al Milan con Sacchi e all'Inter con Lippi - scorie che gli sono costate i Mondiali 1994 e 2006 -, al Chelsea con Ranieri e al Monaco con Deschamps, alla Roma con Spalletti, e perfino al Milan col suo mentore, Capello: un giorno, a Reggio Calabria, Don Fabio gli chiese di subentrare dalla panchina ottenendo un no granitico; arrivarono le scuse e 120.000 euro di multa.

    È stato descritto come un capopopolo degli spogliatoi, pronto allo scontro e ad andar dietro alle emozioni, che s'accendeva in fretta, ma altrettanto velocemente sapeva mettere una pietra sopra a tutto. Ora, però, Panucci ha annacquato i furori giovanili e, col ruolo che ricoprirà al Palermo, dovrà smussare gli angoli, mediare, intercettare stati d'animo e tessere diplomazia. È figlio d'arte: fra gli anni '60 e '70, in serie C, suo padre Victor era un centravanti dai capelli lunghi che faceva anche il postino. A Praga, dove giocò la Nazionale dei postelegrafonici, incontrò Hana, che sarebbe diventata sua moglie e la madre dei suoi figli, Christian e Patrick. A 14 anni Christian era uno scalmanato trequartista della Veloce Savona che non superò un provino al Napoli e finì agli Allievi del Grifone.

    L'infortunio di un difensore in una partitella gli consentì la metamorfosi di ruolo: per tutti era un predestinato, ma anche da baby non si fece mancare liti, punizioni e sospensioni; ai tempi della Primavera, la lingua della madre lo aiutò a familiarizzare col bomber Skuhravy. Esordì in serie A coi rossoblù il 24 maggio 1992 nell'estate 1993 per una decina di miliardi di lire finì al Milan, prima tappa di una carriera di altissimo profilo. Una volta un bagaglio smarrito gli salvò la vita. Di ritorno dagli States in Italia, dopo l'infortunio alla vigilia dei Giochi di Atlanta, cambiò volo all'ultimo, senza salire su un Boeing 747, che si inabissò nell'Oceano Atlantico con 228 vittime.

    Da quando è un ex calciatore ha potuto dedicarsi a 360 gradi al figlio Juan (11 anni, avuto dall'ex moglie spagnola), ha coltivato la passione per il golf e ha fatto capolino dalle riviste di gossip - soprattutto per la storia con la showgirl catanese Rosaria Cannavò, ex di Cassano - e dal piccolo schermo. L'anno scorso ha partecipato a 'Ballando con le stelle' con la bella lettone Agnese Junkure (e il feeling è proseguito fuori dagli studi tv). Fino a due giorni fa era un opinionista per Sky, per la quale ha realizzato nel febbraio dello scorso anno una lunga intervista esclusiva con Mourinho: è stato capace di strappare allo Special One l'umanità che cela dietro le spacconate. Dopo quella mission impossible nessun traguardo è precluso a Panucci.

    (Giornale di Sicilia)

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