Zamparini si affretta a dirlo a ogni giro d'intervista o quasi: il mercato in entrata del Palermo è pressoché chiuso. Superfluo commentare, il presidente si diverte con l'arte del depistaggio. Impossibile considerare già bell'e fatta una squadra puntellata soltanto con l'ottimo Viola, la scommessa Dybala e lo sbarbatello Sosa. Tolto Ujkani, che sarà probabilmente il nuovo portiere al netto dell'addio di Viviano, Morganella e Garcia sono operazioni di contorno, nel senso che non sconvolgeranno gli equilibri della formazione titolare.

Gazzi, Bradley, Rigoni, Giorgi, Schelotto et similia per il momento gravitano attorno al Palermo, che comunque non resterà a guardare. Intanto perché la partenza di Silvestre esige l'acquisto di un nome in difesa, la cui immagine resta inficiata dagli oltre 60 gol subiti (ancora). Balzaretti è un'incognita, Migliaccio un gioco d'amore a perdere perché ha chiesto di essere ceduto. Uno zoccolo duro che sarà ridotto al solo Miccoli, a meno di clamorose sorprese.

Al di là di tutto, il Palermo dell'ultimo anno è stato l'esatto opposto di una macchina perfetta, tant’è che lo stesso Zamparini, piccato, ha detto 'non siamo mai stati squadra'. Degli innesti, anche importanti, servono eccome: almeno un laterale affidabile, un altro centrocampista di qualità e soprattutto un attaccante da 15 gol a stagione, giacché gli infortuni delle punte e l'umoralità dei trequartisti sono una cambiale da mettere in conto. Perinetti e Cattani si muovono, con la benedizione di Zamparini. Che continuerà a parlare in un modo e ad agire in un altro. Per fortuna.