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  • Palermomania:| Beate sconfitte rivelatrici

    Palermomania:| Beate sconfitte rivelatrici

    Nessuna obiezione: il 2-2 di ieri trasfigura il concetto di pareggio, è una lama girata e rigirata su una ferita più sanguinolenta di una sconfitta. In cinque partite di un girone tutto sommato abbordabile, il Palermo ha colto solo un risicato 1-0 contro una formazione di B svizzera, il Losanna, e un pari mortifero contro lo Sparta Praga, che ai preliminari di Champions è stato trombato dalla cenerentola Zilina. Poi tre ko per una classifica che recita quattro punti trapuntati di 6 gol fatti e 11 subìti. E di ben quattro espulsioni. Di questa Europa League affrontata con un'aria da scolaresca in gita, non c'è quasi niente da salvare. Solo le riflessioni post-eliminazione da raccogliere nel baratro in cui sono già crollate Sampdoria e Juventus. Il baratro della mediocrità: non è vero che il calcio italiano è tra i primi in Europa. Non si può mentire ai numeri. Il brutto del Palermo è che qualitativamente è una spanna sopra lo Sparta Praga. Ma in un 'Barbera' quasi deserto, la squadra di Rossi, pur consapevole della propria superiorità, aveva gli occhi di chi trascina con dignità un ineluttabile insuccesso.

    Due centrali disattenti, con Goian che pareva un Primavera per la sua ingenuità, Cassani che nel recupero sbatacchia via il pallone come se stesse scalciando le velleità europee del Palermo e qualcun altro troppo svogliato per essere vero. Già capito il riferimento? È facile. In quattro partite Pastore ha rimediato due espulsioni per l'irriverenza nei confronti degli arbitri; e in quelle stesse quattro partite 'El Flaco' - tanto educato in Italia quando maleducato fuori, e non si parla di 'maradonate' - è stato efficace quanto uno zanzara contro un bazooka. In questa squadra, poi, ci sono troppe seconde linee inadeguate e un Maccarone che incide quanto Jankulovski nel Milan. L'involuzione di 'Big Mac', oggi tutto fuorché Big, ha dell'incredibile. Sarebbe un bene soprattutto per lui se a gennaio andasse a riprendersi ciò che l'imperscrutabilità del calcio gli ha tolto.

    Le colpe di questa figuraccia sono soprattutto della società. Lo stesso Rossi, nel post-partita, ha spiegato che 'per fare bene in più di una competizione occorrono 17-18 giocatori dello stesso valore, cosa che noi non abbiamo'. Il Palermo ha al massimo 14 titolari che in Europa diventano 12 per l'indisponibilità di Bacinovic e Ilicic. Eppure nella stanza dei bottoni lo sapevano. Uno snobismo dirigenziale fisiologicamente assorbito dalla squadra, che quando varca i confini italiani si affloscia. Per questi motivi non ci sembra il caso di puntare il dito contro i tifosi, rei secondo qualcuno di guardare con superficialità alle gare internazionali. Perché affannarsi il cuore quando la società stessa non dà il giusto peso all'Europa 'dei peones' cercando di camuffare tale snobismo con parole che 'se le porta via il vento' (Delio docet)? Con queste premesse, benedetto 2-2 eliminatorio: non piangiamo lacrime di coccodrillo.

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