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  • Palermomania: confessioni pericolose

    Palermomania: confessioni pericolose

    E ci risiamo. Nemmeno il tempo di mettersi in pista che pilota e copilota non s’accordano, anzi. Quando Zamparini e il suo allenatore cominciano a lavare i panni sporchi in piazza, non c’è buon profumo nell’aria. Più che pulito si annusa sozzume. Sapientemente stuzzicato dal Corriere dello Sport, il presidente ha sbattuto un bel ‘4’ al gioco del Palermo, concedendo lo zuccherino dell’impegno, come quando le maestre a  dicono alle mamme che il ragazzo è intelligente ma non si applica. Gattuso ha replicato, pur mantenendo la sua zona di competenza, da bravo incontrista qual era.

    Il tecnico va ‘avanti per la sua strada’, felice di aver creato un gruppo unito (‘non è mica poco’), e non si sente affatto ‘un morto che cammina’. Il problema è che a Palermo la pensano bene o male tutti come Zamparini: la squadra gioca male e se vince è per l’illuminazione di un singolo, una palla inattiva azzeccata o una sana botta di c. Fuochi fatui figli della fortuna, che potrebbe voltare le spalle da un momento all’altro cancellando il salvacondotto dei risultati, l’unico che ha tenuto a galla Gattuso dopo Padova e Cesena.

    L’unica differenza è che in piazza o al bar si può discutere a salve, mentre le esternazioni pubbliche di Zamparini fanno detonare alla base l’ennesimo progetto di progetto. L’ex centrocampista del Milan è un novizio - lo abbiamo ripetuto fino alla stucchevolezza - peraltro protetto da una tempra unica nel suo genere. In altre parole, Gattuso non piegherà il suo carattere e per quanto umile - studia, ascolta tutti, valuta - non rinuncerà alle sue idee. Spezia o non Spezia conta poco, perché dopo verranno Bari e Juve Stabia, e la storia sarà sempre la stessa. Rino non sarà un morto che cammina, ma di sicuro non è nemmeno Usain Bolt che vola nei 100 metri.

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