Domenica, al 'Dall'Ara', a un certo punto della partita il Palermo si è ritrovato in campo con Labrin, Milanovic, Mantovani, Munoz e Aguirregaray, oltre a Migliaccio che è un difensore prestato al centrocampo. La partita è cambiata radicalmente, fino all'approdo alla vittoria, quando Mutti ha inserito Della Rocca e Budan. Sarà pure un caso, ma la sfida con il Bologna ha dimostrato che il Palermo sa vincere solo quando pesca a piene mani dal suo fondo di qualità. I punticini con Lecce e Udinese erano stati strappati speculando o quasi.

Se Budan era la soluzione più logica sotto di un gol, pensiamo che l'innesto di Della Rocca sia stato il propellente che anche in futuro può risolvere parecchi problemi. In un centrocampo infarcito di quantità come quello rosanero, il numero 7 non può stare a sedimentare naftalina in panchina. È l'unico in grado di coniugare fase difensiva e fosforo nella manovra, e proprio per questo fatichiamo a capire perché Mutti lo veda così poco. Adesso che la salvezza è acquisita, Della Rocca deve - sì, deve - andare in campo sempre anche per un altro motivo.

Su di lui il Palermo ha investito 3,5 milioni di euro per la comproprietà. Forse troppi, ma Francesco è uno di quei giocatori su cui era giusto puntare una volta partita la rifondazione. Aveva fatto molto bene a Bologna e i suoi 24 anni erano l'anticamera di un miglioramento costante. Che piaccia o no, il Palermo deve tutelare quella barca di soldi spesi, dando in pianta stabile a Della Rocca la platea per dimostrare quanto vale. Anche perché lasciarlo andare con nonchalance, siamo sicuri, porterebbe in dote solo rimpianti.