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  • Palermomania:| Dove credi di andare?

    Palermomania:| Dove credi di andare?

    • Daniele Valenti

    Guelfi e ghibellini, ovvero palermitani e milanisti (se preferite invertite i ruoli), per adesso e per un po' di giorni staranno rinserrati in trincea a bisticciare dialetticamente. Al centro l'etereo confine della pace, resistente quanto un muro di ricotta. A Palermo è in atto un vero e proprio terremoto calcistico. L'epicentro è stato Luca Banti da Livorno, che dall'altare della sudditanza psicologica ha affossato il Palermo più dell'infortunio di Pastore. Un fischio chirurgico più potente di una scossa tellurica. Le propaggini del disastro hanno toccato il cuore di Maurizio Zamparini: il patron ha detto basta, vuole 'lasciare il calcio', 'pseudo-sport' pressoché morto in seno alla competitività 'per colpa dei grandi club'. L'epitaffio è 'un mondo di m... (ci siamo capiti, ndr) dove le istituzioni se ne fregano delle cose negative'.

    Nella lunga 'via crucis' di interviste di commiato, l'imprenditore friulano ha attaccato lungamente il palazzo. I direttori di gara 'sbagliano ma non vengono fermati, quindi pensano che la sudditanza psicologica verso le grandi sia l'unica strada per fare carriera'. Le big - il riferimento per niente velato è a Milan, Inter e Juventus - 'vogliono garantirsi l'80% degli introiti derivanti dai diritti televisivi e per questo c'è una lotta in Lega'. Storture che l'attuale presidente rosanero - di fatto lo è ancora - non riesce più a ingoiare senza che gli si graffi l'esofago. In questi casi qual è l’unica salvezza? L'amore. 'Il mio più grande dispiacere è lasciare i tifosi del Palermo: loro si vergognerebbero se alla squadra venisse assegnato un rigore inesistente. La tifoseria deve riprendersi in mano questo gioco, sono quelli come i tifosi del Palermo che mi fanno ancora tenere duro'.

    Non a caso ha pronunciato le parole 'tenere duro'. È più forte di lui. Non è la prima volta che d'impulso minaccia di gettare dalla finestra la sua 'esperienza ultra-venticinquennale', salvo poi tornare sui suoi passi. Per amore. Amore per il calcio, amore per Palermo e la sua gente, amore (in fondo) anche per il suo spirito 'piacione' e battagliero, tipico di chi non vuole genuflettersi alla monarchia dei potenti e vuole cambiare la sordida inerzia delle cose. Al momento non ci vogliamo credere, ci sembra improbabile, ma se Zamparini dovesse effettivamente vendere il Palermo sarebbe come separare lo Yin e lo Yang, che non potrebbero esistere l'uno senza l’altro e si fondano l'uno sull’altro.

    Senza quel rubicondo friulano che vuole 'lasciare l’Italia e andare a vivere in Austria', il club rosanero tornerebbe nel terzo mondo calcistico. Quello da dove il verace Maurizio l'ha tirato fuori, innamorandosene negli anni. 'Zampa' è nato e cresciuto nel freddo friulano, ma si è ravvivato nel caldo della passione 'terrona'. Passione, quella per cui sta ancora nel calcio. Siamo convinti, in un mix di consapevolezza e speranza, che basteranno due partite senza macchia, una convincente vittoria nel derby e - finalmente - il primo rigore a favore del Palermo (non si invocano favori, solo equità) perché il giusto ordine si ricomponga e il presidentissimo riabbracci il suo capriccio più bello. Questione di sopravvivenza: lo Yin non può esistere senza lo Yang.

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