A scanso di equivoci dell'ultim'ora, o di imprevedibili sorprese che il calcio tiene in serbo, Beppe Sannino sarà il prossimo allenatore del Palermo. Una scelta ponderata, quella di Zamparini, che ha ascoltato attentamente le referenze di Perinetti. Buon segno: il patron, evidentemente, ha molta fiducia nel suo nuovo vicepresidente esecutivo. Sannino abbraccerà Palermo con un anno di ritardo: la scorsa estate una firma praticamente già sul contratto si cancellò per il 5-0 del Varese sul campo del Siena, che poi puntò tutte le sue fiches sul tecnico campano. Sbancando il casinò.

Adesso Sannino si sente pronto per un'avventura più impegnativa, ben più calda delle placide Varese e Siena. Palermo è una fucina di malumori quando i risultati latitano. Beppe, però, ci sembra l'uomo giusto per vibrare la scossa in una squadra troppo morbida negli ultimi mesi. È puntiglioso negli allenamenti e pretende il massimo dai giocatori, con cui cerca di instaurare un rapporto franco. Con i giornalisti, poi, è disponibile e simpatico, atteggiamento propedeutico a ravvivare le conferenze stampa, troppo piatte nell'interregno di Mutti. No, non sono problemi marginali, giacché il tifoso rosanero si appassiona forse più dell'uomo che non del professionista.

E poi il credo calcistico. Sannino, che ama Sacchi tanto quanto Trapattoni, è figlio dell'assunto 'prima non prenderle'. I fatti lo dimostrano: il Varese nel 2010-2011 chiuse con la migliore difesa - 34 gol al passivo - e quest'anno il Siena ne ha incassati 45 (8, però, in due partite sfortunate). Il Palermo, di contro, viene da vendemmiate storiche: bucato 62 volte nell'ultimo campionato, 63 soltanto 12 mesi fa. Zamparini ha scelto Sannino anche per questo: vuole rattoppare una difesa colabrodo, e per farlo darà carta bianca al suo nuovo allenatore. Sul navigato Beppe il Palermo punta molto, non a caso lo blinderà con un contratto di due anni con opzione sul terzo. E a nostro avviso si sta mettendo in buone mani.