Viola, Dybala, Sosa, Arevalo Rios. Trova l'intruso. Troppo facile: è l'ultimo, il centrocampista uruguaiano in forza al Tijuana. Sono i nuovi giocatori già presi dal Palermo, che continua a scavare lo stesso solco: ragazzi giovani, a volte giovanissimi, pescati nei teatri di periferia mentre incubano il germe dei grandi attori. Per Rios il discorso è diverso: 'El Cacha' è un calciatore maturo, con un palmares luccicante e uno sfondo di esperienza già bell'e solido. Zamparini è stato chiaro: se il Palermo arriva a lui, Migliaccio può partire.

Un leader per un leader, un 'vecchietto' per un altro. Il feuilleton dei giovincelli, invece, è sempre quello. La società di viale del Fante continua a battere il Sudamerica, ammantando del paragone di nuovi Aguero e Cavani i piccoli Dybala e Sosa. Le qualità le hanno, eppure evidenti, ma sono tanti i fattori che determinano l'attecchimento in Italia. Dalla lingua alla cultura, dal calore all'assorbimento di una nuova e più vincolante forma mentis tattica, i ragazzi possono perdersi o esaltarsi. Non tutti diventano Pastore.

Nonostante il tarlo dell'incertezza possibile, comunque, ci sentiamo di sposare ancora la scelta del Palermo, che non cambia la sua fede nonostante l'ultima, spaventosa stagione. Di alternative non ne esistono: i club 'normali' - quelli non inondati dai soldi a cascata delle tv come Milan, Juventus e Inter - possono sopravvivere soltanto così. D'altro canto, però, non vanno dimenticati gli ultimi mesi al limite del deprimente. Ecco perché bisognerà trovare la giusta misura tra belle speranze e ragionevoli certezze, con la bilancia da far pendere verso l'ultima direzione: mai come adesso il Palermo ha bisogno di attraccare in porti sicuri. Magari portandosi per mare qualche fenomeno di domani.