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  • Palermomania: l'anno delle uova d'oro

    Palermomania: l'anno delle uova d'oro

    • Daniele Valenti
    Lo spumante è al fresco, i nastri rosa e neri sono sguainati, i cori pronti per essere urlati: la promozione del Palermo, a questo punto, è probabile quanto una bugia di un politico in campagna elettorale. Iachini è a un passo dalla sua quarta promozione dalla B alla A, dopo quelle a cadenza biennale con Chievo (2008), Brescia (2010) e Sampdoria (2012). Quella dell’allenatore marchigiano fin qui è stata una cavalcata trionfale: in 26 partite ha messo insieme 16 vittorie (di cui ben 7 esterne), 8 pareggi e 2 sole sconfitte.

    A lui vanno ascritti una babele di meriti, dalla coesione del gruppo alla valorizzazione dei giovani. Daprelà, Lazaar, Vazquez e Dybala devono tanto a Iachini, e qualche spiffero ci suggerisce che l’idillio si ripeterà presto anche per Milanovic, molto apprezzato dal tecnico. Ma se dobbiamo scegliere un simbolo per di più inatteso della rinascita rosanero il nome è quello di Belotti. Poche presenze da titolare, nemmeno 800 minuti in campo anche a causa degli infortuni, 8 reti (in media una ogni 100 minuti giocati) che hanno fruttato 11 punti. E la metà sono arrivate sugli sviluppi di palle inattive, fiore all’occhiello del Palermo, che dai piazzati ha partorito 20 dei suoi 48 gol.

    Per riscattare la metà di Belotti il Palermo investirà 2,5 milioni di euro, una cifra che sembrava spropositata prima dell’esplosione del Gallo, dopodiché per acquistare il 100% del cartellino sarà bagarre. Lui ha già dichiarato, senza falsi sentimentalismi, che per il momento si vede in Serie A con la maglia rosanero, ma l’impressione è che Belotti ben presto ambirà a palcoscenici più importanti, soprattutto se continuerà a mettersi in luce con l’Under 21 come ha fatto prima di parcheggiare in infermeria. Paure, seppur legittime, ancora lontane: per adesso è giusto pensare alla festa.

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