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  • Palermomania:| Mangia bravo e fortunato

    Palermomania:| Mangia bravo e fortunato

    Ha infuso di nuovo la magia dell'entusiasmo, e questa, forse, per Devis Mangia era l'impresa più difficile, dopo la depressione per l'addio di Rossi e i due mesi dormienti con Pioli, giacché 'la noia segue l'ordine e precede le bufere'. Conquistata la piazza con il suo savoir faire da piacione brillante e simpatico, l'allenatore di Cernusco ha martellato sulla testa dei suoi giocatori poche, semplici idee. Giusto per non creare confusione e poter dire che il Palermo ha una sostanza a dare vita alla sua bella forma. Il 4-4-2 è solo un condensato di numeri, un modulo scolastico che Mangia ha ulteriormente erudito con i concetti di pressing, ritmo, ripartenze e gioco veloci. Un 4-4-2, peraltro, solo sulla carta, perché ora con Ilicic, ora con Zahavi, ora con tutti e due insieme, gli esterni si accentrano per sguinzagliare il meglio del loro genio.

    Mangia ha ottenuto sei punti in tre partite, ben cinque in più di un anno fa, quando in panchina c'era un mostro sacro come Rossi. Non significa niente, perché siamo ancora all'alba della stagione: ci vogliono almeno altre 7-8 giornate perché i segnali di fumo diventino urla o perché un ammiccamento diventi amore. Ad accendere l'ottimismo, però, è il fatto che le vittorie contro Inter e Cagliari non sono figlie del caso o del suo parente più nobile, il destino, ma di idee - quelle sì - suffragate dalla fortuna. Mangia voleva rimbeccare Ficcadenti con il finto esterno Zahavi da una parte e con l'ampiezza di Bertolo dall'altra, 'per non finire in bocca agli interni del Cagliari': bene, c'è riuscito.

    Se poi Zahavi e Bertolo segnano due gol in un quarto d'ora significa che un po' di fattore C ce l'hai. Forse è anche vero, la fortuna arride a chi sorride, carezza chi vede positivo. Mangia ha l'argento vivo addosso: lo si vede da come dà il cinque a tutti, da come sprona energicamente i subentranti, che anche guardando la tv vien voglia di correre e mordere le caviglie degli avversari. Per il vate di Cernusco - sì, qualcuno ha già azzardato - la partita si vive al limite dell'area tecnica, sbracciando e sgolandosi. E poi, al momento delle interviste, Devis si presenta allegro come se si fosse fatto una bevuta con gli amici, e non trafelato come gli spetterebbe. Sarà mica che questo signor sconosciuto la fortuna ce l'ha nel destino?

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