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  • Palermomania:| Una lacrima sul viso

    Palermomania:| Una lacrima sul viso

    L'addio al Palermo ha l'immagine delle lacrime versate sul terreno dell'Olimpico come coda romantica di una partita, la china più significativa, che avrebbe meritato di vincere e invece gli è toccato di perdere. Il calcio è così, intriso di sentimenti e di paradossi: l'allenatore più bravo e più amato di sempre dai tifosi è dovuto andare via. È stato costretto, sì: la sua dignità di grande uomo è stata calpestata e i grandi uomini non dimenticano certi affronti. Superano, ma non dimenticano. Ed è per questo che nonostante l'amore incondizionato della gente, Rossi ha mantenuto accesa nella mente l'unica spia, l'unica condizione necessaria per restare: il rispetto.

    Non ce l'ha fatta a ingoiare il rospo e a sottoscrivere un futuro insieme a Zamparini. 'Non c'erano i presupposti per andare avanti', ha detto il buon Delio. Forse, scrostando quelle parole dal suo cuore, gli sarà scesa un'altra lacrima sul viso, come canta Bobby Solo. Solo, paradossalmente l'epiteto che rischia di attaccarsi a Zamparini come una maledizione. I tifosi questa volta non lo perdonano: al 'Barbera' campeggia già uno striscione che reca la scritta 'Rossi è il nostro allenatore'. È una sorta di guerra fredda che resta come appendice alla guerra psicologico-mediatica condotta per un'intera stagione dall'imprenditore friulano contro il suo allenatore, reo di trascurare la fase difensiva in ossequio al calcio spettacolo. Come se proporre uno spirito arrembante fosse una colpa e non un vanto.

    Adesso si cambia. Arriva Pioli, ottimo architetto della fase difensiva e mestierante di quella offensiva. Non vorremmo che Zamparini, proprio per questo, si lamentasse... al contrario. È la storia della coperta troppo corta: non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. A meno che il Palermo non si inietti nelle vene il dna del Barcellona. Impossibile, perché di miracoli ne succedono pochi. E il Barcellona, calcisticamente parlando, è un miracolo. Rossi, incantatore di folle grazie al lavoro e non alla retorica, non avrà raggiunto le vette del miracolo, ma quelle del capolavoro sì. Purtroppo non gli è bastato.

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