Negli ultimi anni il cliché secondo il quale ci si salva a 40 punti si è rivelato una leggenda. A causa dei continui colpi di coda del Lecce, animale a sangue freddo, questo campionato sta però lavorando per innalzare l'asticella. E il Palermo, che mercoledì sera a Firenze aveva pure raggiunto l'approdo sull'isola della permanenza in Serie A, dovrà fare ancora qualche punto. Sebbene, a nostro avviso, la retrocessione resterebbe una chimera anche collezionando solo sconfitte da qui alla fine; del resto tra il Palermo e il Lecce terzultimo ci sono cinque squadre.

Fatte le debite premesse, con il Parma ci vuole la vittoria. Intanto - lapalissiano - per chiudere ogni possibile elucubrazione, poi perché bisogna ultimare l'operazione-giovani. Le voci societarie lo ripetono sempre liberando un'eco quasi stucchevole: i Vazquez, i Zahavi, i Lores, i Mehmeti e, perché no, i Primavera Kosnic, Di Chiara, Verdun e Malele scalpitano per il battesimo o per arare nuovamente il campo. Il 'buona la prima' di un ragazzo - o la conferma di quanto di buono intravisto nei mesi scorsi - vale sicuramente più di una vittoria tout court. Perché i giovani, è risaputo, sono la pietra angolare del Palermo. E resta da capire su quali si può fare affidamento.

Se Milanovic e Labrin hanno le stimmate del buon investimento, ancora accatastiamo dubbi sui 4,5 milioni spesi per Vazquez. L'argentino ha fisico e talento, ma per impressionare in Italia deve cambiare la sua forma mentis. Una missione possibile solo se gioca. Zahavi, che ha avuto più chance per mettersi in mostra, tutto sommato è un buon elemento, che sogna la continuità per convincere gli scettici residui. Lores, invece, deve sovvertire il 'negativismo', mentre sugli sbarbatelli della Primavera non ce la sentiamo di dire molto. Sono sbarbatelli, appunto. Magari ne sapremo di più nelle prossime puntate, a patto di battere il Parma.