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  • Palermomania: uno stadio a pois, rosa e bianconeri

    Palermomania: uno stadio a pois, rosa e bianconeri

    C’era una volta una squadra, capace di andare a Torino (sponda bianconera) e vincere. C’era, a sua volta, una squadra capace di andare a Palermo e… prenderle: quella squadra, la Juventus del post (ma anche pre, nel 2005) Calciopoli, da un paio d’anni non c’è più. Ce n’è invece un’altra, capace di arrivare al “Barbera” in qualsiasi condizione atmosferica (in panchina o nel cielo) e di vincere. Nient’altro che vincere. Gli undici punti di vantaggio dalla seconda inseguitrice, la Roma, dimostrano lo stato di salute imperioso dei bianconeri di Allegri (forse un po’ più di quanto lo sia realmente) e consentono ai Campioni d’Italia in carica di preparare con maggiore serenità la trasferta di sabato pomeriggio. Già, la tranquillità: quella che, forse, giocherà (paradossalmente) a sfavore della formazione ospite. Nelle ultime settimane la capolista ha dimostrato di soffrire (vedi Udinese, o più di recente, Fiorentina) le squadre che anziché aspettare (e contro la Juve cosa vuoi aspettare?) attaccano, anche in maniera asfissiante. E sarà lì, che Dybala e compagni, dovranno mettere in difficoltà le zebre. Spingendosi avanti, con criterio, e la consapevolezza che il turnover (oltre che la vicinanza della sfida di Champions con il Borussia) qualche pensiero fuorviante agli “Allegri boys” lo fornirà.
     
    Ma a far discutere i tanti sostenitori rosanero che sabato calcheranno le tribune del “Renzo Barbera”, la presenza di altrettanti che (oltre il settore ospiti, già pieno in ogni ordine di posto) affolleranno l’impianto di Viale del Fante con una maglia (forse, nascosta) bianconera: l’obiettivo dei trentamila tagliandi venduti è pressoché raggiunto, ma la sensazione è che di questi almeno la metà sia di fede bianconera. Nulla in contrario, anzi: volendo fare una battuta, c’è la possibilità di violare un tabù (quello delle trasferte) senza muoversi da casa.
     
    Per fare uno sgarbo alla “vecchia signora”. Anche perché, l’otto marzo, era domenica scorsa…

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