Pronti via e il Palermo ha già l'acqua alla gola. Paradossalmente costretto a vincere, al 4 di agosto, per non compromettere una stagione gettando sabbia nelle fondamenta. Eppure il Thun è un cliente modesto, ben più modesto di un Palermo che in condizioni fisiche ottimali probabilmente una settimana fa avrebbe passeggiato sulle macerie di uno sparring partner annichilito. La realtà dei fatti, però, ha reimpastato i valori sulla carta sfornando un risultato che nessuno si aspettava. E che pone il Palermo a un bivio.

Tragicomico immaginare adesso cosa succederebbe - speriamo vivamente di no - se la squadra di Pioli ammainasse le bandiere europee già adesso, mentre tutti gli altri sgobbano in ritiro e giocano amichevoli festose contro scapoli e ammogliati. Un tartassamento della stampa, che avrebbe ben donde di criticare, e soprattutto lo scoramento dei tifosi, già ben poco felici in questo periodo per un mercato che più che dare al Palermo sta togliendo.

Ecco perché oggi Miccoli - ben tornato - e compagni non possono sbagliare. Sembra grottesco da dire così presto, ma il calcio è strano. Se dovesse verificarsi l'irreparabile, potrebbero aprirsi spiacevoli voragini alla voce cessioni. Con la totale chiusura degli spazi per possibili, altisonanti colpi in entrata. Siamo solo in una calda giornata d'estate, ma per il Palermo il futuro è (già) adesso.