Sono tanti gli ex nerazzurri che vengono accostati alla panchina dell'Inter per la prossima stagione. C'è Sinisa Mihajlovic, che ammette di "sognare" quel ruolo, ma di non "gufare" Stramaccioni; cè Mircea Lucescu, che lancia un messaggio: "A giugno sarò libero", ma poi precisa: "Ho enorme stima per Moratti ma non ho parlato con lui"; c'è Diego Pablo Simeone, che ha appena rinnovato con l'Atletico Madrid fino al 2017, ma che di fronte a una chiamata di Massimo Moratti potrebbe anche vacillare; c'è Laurent Blanc, il cui nome circola già da un paio d'anni, ogni volta che si parla di un avvicendamento sulla panchina dell'Inter; c'è Leonardo, che però tornerebbe solo per fare il dirigente; ci sono Luis Figo e Beppe Baresi, pronti a prendere subito per mano la Beneamata, nel caso di un tracollo di Andrea Stramaccioni domenica a Marassi con la Sampdoria. 

 

E poi, naturalmente, c'è José Mourinho, che però non tornerà alla Pinetina fino a quando in rosa ci sarà anche un solo rappresentante della sua Inter. E questo per rispetto di quei giocatori che gli hanno tutto. All'Inter c'è bisogno di un radicale cambiamento generazionale, e Mou, dopo il ricordo che ha lasciato a Milano, non vorrebbe certo tornare per fare il lavoro sporco (ma necessario) di accantonare definitivamente i senatori dell'Inter. Sarà qualcun altro a farlo. Poi, magari fra un paio d'anni, con una squadra totalmente nuova rispetto a quella che vinse il Triplete, il portoghese potrebbe anche tornare. 

 

Ma fra i tanti ex, alla fine potrebbe spuntarla un tecnico 'vergine', senza alcun rapporto pregresso con l'ambiente nerazzurro. Fra gli stranieri, torna di moda il nome di Marcelo Bielsa, mentre fra gli italiani in lizza ci sono Walter Mazzarri (che però sembra non entusiasmare troppo Moratti), Vincenzo Montella (pista difficilissima, per il contratto che lo lega alla Fiorentina e per i rapporti non idilliaci fra il patron nerazzurro e Diego Della Valle), e Stefano Pioli, l'ousider che alla fine potrebbe anche spuntarla, mettendo d'accordo tutti.