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  • I sogni di Paolo Corradino: 'Ammiro Buffon, ma l'Inter è il massimo'

    I sogni di Paolo Corradino: 'Ammiro Buffon, ma l'Inter è il massimo'

    Il portiere dell’Asti Paolo Corradino, classe 1986, è nato in provincia di Messina ma, sin da piccolo, si è trasferito con la famiglia a Villafranca in provincia di Asti. A Calciomercato.com ha raccontato le tappe della sua carriera e i grandi sacrifici per diventare un calciatore, le sue ambizioni, le sue passioni e, in particolare, il suo sogno segreto.

    Signor Corradino, come nasce il suo interesse per il calcio ed, in particolare, per il ruolo di portiere?
    Quando mio padre mi iscrisse alla scuola calcio del mio paese, Villafranca d’Asti, dove tutt’ora risiedo,  avevo poco più di 4 anni. E’ stato proprio mio padre, da buon ex portiere di provincia, ad ispirarmi nella scelta del mio ruolo. Devo tanto alla mia famiglia, in particolare devo ringraziare mio padre per i suoi sacrifici e per essersi dedicato alla mia crescita sportiva. Se ora faccio questo lavoro lo devo proprio a lui perchè mi ha sempre sostenuto con costanza e caparbietà tanto da non farmi perdere mai la passione e la voglia di raggiungere gli obiettivi.  Non tutti hanno la fortuna di avere accanto due genitori che seguono le aspirazioni del figlio nel calcio e io mi posso ritenere molto fortunato da questo punto di vista.

    Si è ispirato ad un giocatore in particolare?

    Seguo con molta attenzione tutti i colleghi  di serie A e serie B per studiare tutto ciò che potrebbe servirmi per migliorare. Sono del parere che non si smette mai di imparare. Ovviamente Buffon è l’esempio lampante di un portiere completo. Personalmente però sono un estimatore di Julio Cesar.

    Quali sono le tappe più importanti della sua carriera?
    Sono tappe tutte importanti perché ogni esperienza lascia sempre qualcosa di positivo.  Sicuramente l’esperienza nelle giovanili del Toro è stata una tappa fondamentale per la mia crescita sportiva e a livello umano. Ho bellissimi ricordi di quegli anni anche perché  poi a 17 ero in pianta stabile nella rosa della prima squadra in serie B. Certo è stata dura perché frequentavo il liceo ad Asti e, quindi, ogni giorno, da Villafranca prendevo il treno al mattino presto per andare a scuola, e, uscito da scuola, prendevo un altro treno per Torino dove andavo ad allenarmi. Tra studio e calcio, la mia  giornata era molto movimentata, ma lo facevo con molta passione ed impegno e, quindi, alla fine, mi pesava poco. Tutto sommato i sacrifici fatti sono stati quasi ripagati. Prima di giocare nel Benevento, dove sono stato ben cinque anni, ho avuto una parentesi di un anno ad Alessandria in serie D, dove raccolsi 10 presenze. La vera maturità calcistica l’ho raggiunta nel Benevento, perché ho avuto la fortuna di giocare con calciatori che in Lega Pro fanno la differenza. Difatti, negli ultimi 6-7 anni il Benevento Calcio è sempre stato ai vertici. Nella stagione calcistica 2008-2009 sfiorammo la promozione storica in serie B perdendo in finale col Crotone. Fu una delusione grandissima per noi calciatori, per il club  e soprattutto per la Città. Come tutte le piazze del sud, Benevento è una città molto calorosa, si mastica pane e calcio. Ho un bellissimo ricordo della città e dei tifosi beneventini. Posso dire di aver vissuto 5 anni emozionanti ed intensi, nel corso dei quali ho anche trovato l’amore perché ho conosciuto la mia attuale ragazza. Da due anni sono in serie D con l’Asti calcio, anche se sinceramente rispetto al sud, il calcio viene vissuto con meno intensità e calore da parte dei tifosi. Ad ogni modo, mi sto trovando bene con i compagni e la società. L’anno scorso abbiamo centrato una salvezza sofferta. Quest’anno siamo partiti bene,  in 5 partite abbiamo realizzato 8 punti e solo 2 gol subiti. Continuando così, ci potremmo togliere, finalmente, tante soddisfazioni.

    Le piacerebbe rientrare nel club granata? Ha ricevuto proposte dalla società da quando è ritornata in serie A?

    Sicuramente sarei onorato a vestire i colori granata. No, non ho ricevuto nessuna proposta, purtroppo. Ma come si dice, la speranza è l’ultima a morire (sorride ndr).

    A parte il Torino, c’è una squadra di A in cui le piacerebbe giocare?
    Per me arrivare in serie A sarebbe un sogno, come, credo, per qualunque calciatore. Non le nascondo che essendo tifoso dell’Inter  vorrei  vestire la maglia nerazzurra.  Sarebbe il coronamento di un sogno e la ricompensa per tutti i sacrifici fatti, sin da quando ero bambino e sognavo di essere il portiere dell’Inter. 

    Una sua opinione sul campionato. Si sarebbe aspettato alla sesta giornata una Roma capolista e le favorite Napoli e Juve a due punti di distanza al secondo posto? 

    Sinceramente no. La Roma ha stupito un po’ tutti. Credo che il cambio di allenatore abbia dato una “scossa” importante alla squadra e alla piazza. Per ora mi ha impressionato molto il gioco del Napoli, si vede che c’è unità di intenti e che i giocatori seguono con dedizione il tecnico Rafa Benitez. La Juve è partita un po’ in sordina rispetto all’anno scorso. Ma il campionato è ancora lungo e ritengo che ci saranno belle sorprese.

    Per il grande salto in serie A, quali sono i fattori determinanti per un portiere? 
    Oltre ad avere una base tecnica importante ed un fisico ben strutturato, bisogna soprattutto mantenere un livello molto elevato di attenzione e concentrazione. In serie A quello che fa la differenza rispetto alle altre categorie è sicuramente la velocità di pensiero e di esecuzione del gesto.

    Nel nostro campionato, vi sono molti portieri stranieri nella rosa delle squadre. Secondo lei possono costituire un ostacolo all’inserimento dei giovani portieri italiani?

    Sicuramente sono di ostacolo. La nostra scuola dei portieri, da sempre, è reputata la migliore al mondo. Credo che bisognerebbe valorizzare di più quello che abbiamo in casa nostra.

    Quali sono le sue migliori caratteristiche come portiere?
    Reattività, esplosività e rapidità, secondo me, sono le caratteristiche principali che mi contraddistinguono.

    Parliamo di passioni, di cosa si occupa nel tempo libero? 
    Diciamo che ho varie passioni.  Pratico altri sport come il tennis, il nuoto, fitness che,  durante la stagione calcistica, riduco drasticamente perché potrebbero influire sulla mia prestazione. Mi piace molto cucinare e seguire la moda. Ultimamente sto scoprendo il mondo della fotografia.

    Lei non solo ha un fisico ben strutturato ma anche un viso fotogenico. Ha ricevuto proposte di lavoro per il suo aspetto fisico, magari come modello?

    Grazie per il complimento (sorride). Proposte non ne ho mai ricevute, ho fatto qualche shooting ma solo per divertimento, nulla di più.

    Quanto influisce su una sua scelta sentimentale l’aspetto fisico di una donna? E quali caratteristiche fisiche deve avere la sua donna ideale?
    Sicuramente influisce. Come si dice, l’occhio vuole la sua parte, ma la donna che sta al mio fianco deve essere intelligente, è una qualità a cui non potrei mai rinunciare. Non le nascondo che prediligo la donna mediterranea, formosa, sensuale e molto femminile. Le donne troppo magre non fanno per me, sicuramente.

    I portieri sono generalmente longevi, anche se sono sottoposti ad un duro allenamento.  Secondo Lei, cosa contribuisce favorevolmente ad una carriera solida e lunga per un portiere?

    Sicuramente il portiere, non richiedendo un’ intensa attività aerobica rispetto agli altri componenti della squadra, si può permettere di giocare fino a 40 e passa anni. Sono tanti i fattori che contribuiscono alla riuscita di una carriera longeva, ma direi soprattutto fare una vita sana, avere la fortuna di non essere vittima di infortuni seri, avere continuità di gioco, e, infine, tanta passione e dedizione che rendono meno duri i nostri allenamenti. 

    Quali aspettative ha, nel suo futuro, come calciatore?
    Sicuramente  di approdare in serie A in un futuro non molto lontano e, per questo,  mi alleno ogni giorno, duramente, per raggiungere al più presto scenari più importanti. So bene che la strada è tutta in salita, ma io non MOLLO! 

    Angie Borromeo


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