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  • Scaroni, ultrà Brescia: "In appello contro l'assoluzione dei poliziotti accusati di avermi massacrato. Voglio giustizia".

    Scaroni, ultrà Brescia: "In appello contro l'assoluzione dei poliziotti accusati di avermi massacrato. Voglio giustizia".

    (x.j.). Paolo Scaroni non molla. L'ultrà del Brescia, massacrato di botte il 9 settembre 2005 alla stazione veronese di Porta Nuova  e reso invalido al 100% , presenta appello contro la sentenza di primo grado del tribunale scaligero che ha assolto per insufficienza di prove gli 8 poliziotti della Celere di Bologna accusati del pestaggio. Assolto per non aver commesso il fatto l'autista del pullman. Per gli otto, il pm aveva chiesto 8 anni di carcere; per l'autista, il proscioglimento.

    In aula, appena pronunciata la sentenza, Scaroni e i suo familiari sono scoppiati a piangere. Altri astanti hanno urlato: "Vergogna". L'avvocato Alessandro Mainardi, legale di Paolo, ha commentato: " E' una sentenza tartufesca, alla don Abbondio: il coraggio chi non ce l'ha non se lo può dare. Il giudice ha inviato gli atti alla procura per il taglio di 10 minuti del filmato in cui il mio assistito viene massacrato di botte. Ora mi chiedo: chi risponderà d questa manipolazione che ha sottratto una prova fondamentale?".

    Quando è uscito dal Tribunale, Scaroni è stato accolto dagli applausi di 500 ultrà, in rappresentanza di diverse tifoserie. Oggi ha scritto una lettera aperta. La pubblichiamo integralmente, anche per manifestare a Paolo, che ha vissuto anni di indicibile sofferenza, solidarietà e sostegno nella sua legittima richiesta di Giustizia e Verità. Con le iniziali maiuscole, come le ha scritte Paolo. 

    Ecco il testo della lettera: 

    «Desidero ringraziare tutte le persone che ieri mi sono state vicine: i cittadini, la stampa, le Istituzioni e il Brescia Calcio. Più di tutti, concedetemelo, voglio ringraziare gli Ultras di tutta Italia: quelli che erano a Verona ieri, quelli che sono venuti nelle precedenti udienze e quelli che mi hanno testimoniato la loro solidarietà in altri modi.

    Ringrazio di cuore i ragazzi del mio Gruppo, Brescia 1911, per aver lottato per me e con me e per essere andati contro tutti in nome di un’amicizia vera; li ringrazio per aver sempre mantenuto un profilo basso e per aver accolto la richiesta mia e della mia famiglia di non lasciarsi trasportare dalla rabbia, anche nel caso in cui la sentenza fosse stata negativa per me (cosa che si è poi verificata).

    La cosa più facile ieri era lasciare libero sfogo alla rabbia e alla frustrazione represse a lungo in tutti questi anni; la cosa più difficile era rimanere lucidi e non fornire alcun pretesto perché qualcuno potesse dire: “gli Ultras hanno fatto casino” (e di provocazioni perché questo accadesse ieri ce ne sono state diverse). 

    «Ieri, per quanto mi riguarda, hanno perso la Giustizia e la Verità; ieri hanno vinto gli Ultras: tutti i Gruppi, arrivati da tutta Italia, hanno dato prova di grande civiltà, rispettando la volontà espressa dalla mia famiglia di non prestare il fianco. Non è stato facile per me e non è stato facile per loro. Ieri lo Stato ha perso: abbiamo vinto noi!!!! Paolo Scaroni, cittadino cui hanno strappato un pezzo di vita ma che non ha perso la voglia di lottare». 

     

    P.s. «Ieri e oggi ho ricevuto centinaia di messaggi in alcuni ho colto una nota di rassegnazione; per questo voglio dire a tutti: qui non si molla un cazzo! La “battaglia” non è finita, semmai è appena cominciata; abbiamo due armi potentissime, che nessuno ci può togliere, cuore e cervello: usiamole fino in fondo, per ristabilire la Ragione e l’Onestà».

     

     


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