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  • Paranormal Precarity, Coppini: 'Chi è più precario di un tifoso viola?'
Paranormal Precarity, Coppini: 'Chi è più precario di un tifoso viola?'

Paranormal Precarity, Coppini: 'Chi è più precario di un tifoso viola?'

"Chi è più precario di un tifoso Viola?". Nasce con questa domanda l'idea di Michele Coppini, giovane regista fiorentino e grande appassionato della Viola, che insieme con Massimiliano Manna, Serena Tozzi e Paola Barile, ha voluto raccogliere le testimonianze di giovani concittadini afflitti da un dramma recente quale il precariato. Il discorso è serio, ma Michele ha voluto affrontarlo con un pizzico di ironia, giusto per sdrammatizare. Ma cosa c'entra la Fiorentina?
"Noi tifosi fiorentini lo sappiamo bene" ci risponde Michele col lcassico accento toscano, "Lo scorso anno eravamo convinti che saremmo finiti in Serie B, poi ad un certo punto qualcosa all'interno della società è cambiato e la settimana scorsa abbiamo pareggiato con la Juventus. Sarebbe arrivato Berbatov questa estate avremmo avuto un terzo posto assicurato, ora possiamo sperare in un sesto posto. E chissà cosa potrà capitare la prossima stagione o entro la fine dell'anno. C'è incertezza! Per questo mi chiedo, chi è più precario di un tifoso della Viola? La domanda mi ha spinto a cercare i veri precari, quelli che tutti i giorni combattono contro le scadenze dei contratti. Tutte le testimonianze che ho trovato le ho messe insieme ed ho creato una trasmissione tv sul web".

Qual'è lo scopo di queste puntate?

"Ho incontrato tanti ragazzi e ragazze giovani ed ho riscontrato due problematiche comuni e costanti. La prima è che si credono i soli a vivere questa situazione e la seconda, più importante, è che a lungo andare non è solo il portafoglio a risentirne ma anche la mente. Il fattore psicologico in una condizione di incertezza e precarietà non è da sottovalutare. C'è chi si sente frustrato e non realizzato e, a mio avviso, questa situazione, si deve risolvere al più presto. Non solo per risollevare l'economia ma anche per rialzare il morale della gente, per dare più positività e un prospetto di futuro più roseo e sicuro. Così da poter pianificare progetti più importanti, come ad esempio una famiglia! Ora per un precario è impossibile pensare a creare una famiglia. Chi di dovere ci rifletta".

E cosa si potrebbe fare per risolvere la situazione?

"Innanzitutto bisogna far capire a tutti i giovani in questa situazione che non sono soli e che non devono sentirsi demoralizzati o depressi da questo stile di vita. Secondo me, chi ne ha le possibilità, potrebbe cominciare a dire di no. No ai contratti di un giorno o di una settimana, no ai contratti che non ti garantiscono nessun tipo di tutela, no ai contratti che sfruttano la disperazione delle persone. Ora i datori di lavoro si affidano proprio alla disperazione di chi pur di lavorare accetta paghe ridicole e sfruttamenti di ogni sorta. Se tutti si unissero nel dire di no probabilmente la tendenza si invertirebbe".

Segui qui le puntate di Paranormal Precarity (www.paranormalprecarity.wordpress.com).


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