Calciomercato.com

  • Parma, Amauri:| 'Non ho fallito alla Juventus'

    Parma, Amauri:| 'Non ho fallito alla Juventus'

    C’è un feeling particolare che lega Amauri a Parma dove l’attaccante paulista, di passaporto italiano, ha iniziato il suo lungo percorso nel Belpaese all’alba del 2000 sbarcando dal Brasile via Svizzera alla corte di Calisto Tanzi, proprietario della società che lo girò subito al Napoli. Tredici anni dopo, prossimo a compierne 33, Amauri è ormai il grande vecchio della squadra di Donadoni alla quale non conferisce solo esperienza ma ancora tanti colpi di genio. «Sono contento di essere ritornato in due tempi nella città dove ho cominciato la mia carriera — dice — A Parma si respira una bella tradizione di calcio e di civiltà. Non mi sento affatto declassato e non ho rimpianti per non essere riuscito a sfondare nei grandi club. Qui ho tutto per sentirmi realizzato».


    Il suo gol al Palermo fa capire che lei è ancora un valore aggiunto per questa squadra. Ci sperava?
    «È stato un bel toccasana perché venivo da un infortunio. E poi è la prima volta che mi capita di segnare a 10 secondi dalla fine della partita. Ho fatto molti gol in zona Cesarini ma stavolta sono arrivato proprio sulla coda. Meglio così».

    Con la crescita di Belfodil, lei sembra destinato a diventare un cambio di lusso. Si ritrova in questo ruolo?
    «No perché se pensassi di essere un giocatore buono solo per la panchina allora dovrei pensare al ritiro. Non mi sento ancora pronto per la pensione, intendo lottare forte per riconquistare il posto da titolare. È quello che Donadoni si aspetta da me».

    Il Parma vola. Puntate a un posto in Europa?
    «Oggi questo discorso è prematuro perché c’è tutto il girone di ritorno da giocare e in questo momento sette squadre ci precedono in classifica. Il nostro obiettivo è proseguire su questa strada. Dobbiamo guardare avanti pensando sempre positivo».

    Peraltro Donadoni dice che parlare di salvezza a questo punto sarebbe sintomo di mentalità perdente. Condivide?
    «In pieno. Abbiamo il vantaggio di lavorare con un allenatore che ha giocato ad alti livelli, conosce la mentalità vincente e sa come trasferirla ai propri giocatori. L’esempio di Donadoni è uno sprone per credere sempre nella vittoria».

    Domenica prossima avete un test severo: al Tardini arriva la Juve e per lei sarà una sfida speciale...
    «Affronterò la Juve come ho fatto col Palermo: lottando per il bene del Parma non per prendermi una rivincita col passato. Ho giocato due stagioni e mezzo a Torino
    con molti alti e bassi masempre col massimo impegno. Non credo di avere fallito, purtroppo sono arrivato nel momento più importante della mia carriera nel club giusto al momento sbagliato. Quella Juve si stava lentamente rifondando, sono stati anni difficili per tutti i giocatori bianconeri».

    Si può dire che l’anno passato segnando al Milan a San Siro l’unico suo gol con la Fiorentina ha aiutato la Juve a vincere lo scudetto?
    «Non mi prendo meriti, la Juve ha vinto con le proprie forze. Quel gol l’ho segnato per me stesso e per la salvezza della Viola».

    Sente ancora qualcuno della sua Juve?
    «Del Piero. Ogni tanto lo chiamo in Australia. E poi Chiellini. Un grande amico e un grande campione».


    Altre Notizie