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  • Parma, perquisizioni a raffica della Gdf, altri 2 indagati. Lucarelli: 'Dopo Manenti, paghino tutti gli altri'
Parma, perquisizioni a raffica della Gdf, altri 2 indagati. Lucarelli: 'Dopo Manenti, paghino tutti gli altri'

Parma, perquisizioni a raffica della Gdf, altri 2 indagati. Lucarelli: 'Dopo Manenti, paghino tutti gli altri'

A Parma continua a regnare il caos, anche dopo la decisione di ieri del Tribunale di decretare il fallimento del club e nominatore le due persone responsabili dell'esercizio provvisorio fino al termine del campionato. Oggi, la Guardia di Finanza si è presentata negli uffici della formazione emiliana a Collecchio, nell'abitazione dell'ex patron Ghirardi e nella sede dell'azienda di famiglia, oltre che nelle case dell'ex direttore generale Pietro Leonardi per acquisire dei documenti. Sottoposte allo stesso provvedimento anche le abitazioni di diversi dipendenti, per un totale di 70 ispezioni; secondo indiscrezioni, sarebbero finiti nel registro degli indagati anche il direttore organizzativo Corrado Di Taranto e il direttore amministrativo di finanza e controllo Marco Preti.

Sul fronte, in attesa dell'incontro di lunedì prossimo tra l'avvocato dell'Assocalciatori Luigi Calcagno e il presidente della FIGC Tavecchio, ha preso la parola nuovamente il capitano del Parma Alessandro Lucarelli: "Non c'è mai fine a questa situazione. Mi auguro che Manenti sia solo il primo a pagare e che, a cascata, siano smascherati tutti coloro che hanno portato il Parma in questo situazione. Domenica si gioca: lo stadio è disponibile. Noi vogliamo entrare in campo perché è il nostro lavoro. Non è fallito il Parma, non sono falliti i suoi tifosi o i suoi giocatori: è fallito Tommaso Ghirardi. Noi dobbiamo andare a testa alta. La scelta di giocare o non giocare esula dalla storia del Parma: ci stiamo muovendo perché cambi la situazione generale del calcio italiano. Servono norme più restrittive. Vogliamo maggiore rigidità nei controlli. Noi abbiamo chiesto garanzie e nuove regole. Dobbiamo avere certezze che le modifiche richieste vengano messe all'ordine del giorno nel Consiglio Federale del 26 marzo".

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