Le attenuanti c'erano tutte. L'infortunio di Amauri, la squalifica di Belfodil e la tanta stanchezza nelle gambe. Fattori che andavano ad aggiungersi al forfait del lungodegente Daniele Galloppa. Ma da qui a pensare di poter perdere a Pescara, ne passava. Il Parma ha perso un'occasione d'oro nell'anticipo di mezzogiorno dell'undicesima giornata di Serie A.

L'occasione di poter mettere a segno un filotto di vittorie molto simile a quello che aveva consacrato Roberto Donadoni nel finale della scorsa stagione. Ai tre acuti contro Sampdoria, Torino e Roma, si potevano aggiungere quelli con Pescara e Siena, l'impegno di settimana prossima al 'Tardini'.

Invece è andata in scena la versione peggiore dei crociati. Una squadra sgonfia, stanca, priva di qualità in attacco, dove Dorlan Pabòn, tornato titolare per via dell'emergenza in prima linea, ha steccato ancora una volta lasciando troppo solo Jonathan Biabiany.

Ma anche un gruppo appagato, come ha sottolineato lo stesso Donadoni nel post-partita. Una squadra che ha preso sottogamba l'impegno di Pescara così come era accaduto un anno fa a Novara. Anche allora, sempre a novembre, il Parma andò k.o. contro una neopromossa e finì per inguaiarsi nel momento migliore del calendario. Adesso la storia si ripeterà? Lo vedremo da domenica.