Il Parma non è ancora attrezzato per fare i miracoli, ma è forse, sulla strada giusta. lo ha già realizzato, anzi. Dare al calcio un giocatore come Daniele Galloppa, uno che con la fortuna ha un conto aperto, da parecchio tempo. Il giocatore romano, nato alla Roma, calcisticamente, da una famiglia di interisti, è arrivato a Parma dopo aver indossato la maglia della Nazionale, con l'etichetta di un portento. Uno tutto cervello, con tanti muscoli all'occorrenza, bravo davanti alla difesa, ottimo in interdizione e buono, come si dice in questi casi, con i piedi.
Uno tutto fosforo e muscoli, uno che farebbe comodo a qualsiasi squadra. Purtroppo tre interventi ai crociati, nel giro di un paio di anni, lo hanno messo ko, ma lui, tenace e con un grande spirito combattivo, come quello che mostra in campo, non si è affatto lasciato andare, anzi. Chiunque, forse, avrebbe mollato dopo un certo punto, quando sei vittima di infortuni continui, beh, ci puoi pensare pure a lasciare la tua passione, il tuo lavoro. Daniele no, Daniele è uno tosto, lanciato nella mischia senza paura, proprio quando il Chievo Verona vinceva e lui, con le sue incertezze legate allo stato psicologico, soprattutto (non gioca da tempo una partita vera, l'ultima il 18 maggio, ma una passerella di dieci minuti contro il Livorno retrocesso e nell'ultima giornata), non ha tirato indietro la gamba, mai.
Anzi, ha lottato su ogni palla e si è preso pure il merito dell'assist per il gol di Coda. Una mezzala di qualità e intelligenza tattica per Donadoni, che aggiunge al suo mazzo, una carta che serviva come il pane. Ebbene, ora Galloppa c'è, forse si può dire con certezza che i tempi bui siano altrove e, contro la Roma, si rilancia titolare per poi riprovarci a Udine. E Donadoni, che a lungo ci ha parlato  e lo ha aspettato, non vede l'ora di rilanciarlo, nei suoi schemi, nelle sue congetture, dove Galloppa, a prescindere da Verona, sembra poterci stare benissimo.