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  • Parmamania:| Juve, battesimo di fuoco

    Parmamania:| Juve, battesimo di fuoco

    Un debutto così non è forse quello che Franco Colomba avrebbe sperato. Ma non può esserci nulla di meglio per capire subito l'andamento della stagione. Dopo un pre-campionato con una sola sconfitta e pochissimi gol incassati (ma anche non troppi segnati), il Parma inizierà la nuova stagione di serie A nel nuovo stadio di Torino contro la Juventus. Una sfida che rappresenta la rivalità più sentita, ma che soprattutto ci dirà quanto può considerarsi buona l'impostazione della nuova squadra. I dubbi, in fondo, non sono ancora stati fugati. Non ci riferiamo tanto alla questione centravanti, che non verrà risolta nemmeno domenica perché Sergio Floccari molto probabilmente non partirà dal primo minuto e giocherà ancora Graziano Pellé. Pensiamo piuttosto alla questione dalla quale può dipendere il discorso salvezza: la stabilità in fase di non possesso e l'impostazione della manovra.

    Si parla di difesa e centrocampo, dunque. Due reparti che rispetto al finale della scorsa stagione presentano soltanto due innesti nella formazione di partenza. Matteo Rubin al posto dell'infortunato Massimo Gobbi in terza linea e Daniele Galloppa in luogo del neo-napoletano Blerim Dzemaili. Non è stata una rivoluzione, ma alcune perplessità restano. Non tanto sulla tenuta difensiva in sé. La linea a quattro composta da Christian Zaccardo, Gabriel Paletta e Alessandro Lucarelli più Rubin è sicuramente compatta quanto basta, e l'assenza di Gobbi non pregiudica la stabilità del reparto (anzi, l'ex torinista ha impressionato proprio in fase di contenimento). Ma, come è arcinoto, la stabilità difensiva non dipende soltanto da chi è propriamente un difensore. Logico, quindi, trasferire le nostre preoccupazioni sulla linea a quattro di centrocampo.

    Tre dei quattro titolari sono dei fantastici taglialegna. Valiani e Modesto sulle fasce sono in grado di macinare chilometri a tal punto da non far rimpiangere i loro piedi non propriamente fini, mentre capitan Morrone è in flessione ma comunque non fa mancare la quantità. Il problema però è ancora Galloppa. Ne avevamo parlato mesi fa, ma le risposte non sono ancora arrivate. Forse ne sapremo di più soltanto domenica alle 14.30, quando il match di Torino sarà concluso. Galloppa nel pre-campionato ha faticato tanto sia in fase di impostazione, dimostrando di non essere un regista puro ma un vero interno pronto a sganciarsi tra le linee, quanto in fase di copertura, dove ha lasciato intendere di non avere la fisicità di Dzemaili e di prendersi qualche rischio di troppo proprio al momento di impostare il gioco. Il pressing di Antonio Conte sarà un vero e proprio battesimo di fuoco per lui. Ma chissà che giocare di fronte ad Andrea Pirlo non finisca per ispirarlo.

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