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  • Parmamania:| Marino, punto di non ritorno

    Parmamania:| Marino, punto di non ritorno

    Qualcosa non torna, lo diciamo da tempo. E, ora, lo dicono anche altri. Il post-partita di Brescia ha lasciato intendere che tra Pasquale Marino e la piazza si sia arrivati al punto di non ritorno. Il motivo non sta soltanto nei risultati, che comunque sono qualche tacca sotto alle ambizioni di inizio stagione, quando Pietro Leonardi si diceva convinto di poter fare un punto in più dell'anno passato.

    Il problema sta soprattutto nel modo - o meglio - nei modi. Quello in cui la squadra gioca, e su cui ci siamo spesso espressi negli ultimi mesi (Marino non è ancora riuscito a capire come mettere in campo i suoi). Ma, ancora di più, un altro modo che in una piazza come Parma conta parecchio. Quello in cui Marino spiega le proprie scelte e i risultati della squadra. La tifoseria organizzata, per esempio, ha sottolineato un'incongruenza nella giustificazione del ko del Rigamonti fornita dal tecnico.

    Quel suo 'è stata determinante l'espulsione di Paci' - associata al malcontento per la sostituzione successiva di Crespo - non è piaciuto affatto. Perché alla 20esima giornata di campionato non ci si può più nascondere dietro agli episodi (il record di rigori concessi, gli infortuni e via dicendo). Ma, soprattutto, non si può negare che una giustificazione analoga potrebbe spiegare anche il successo roboante di Torino con la Juventus. I tifosi lo hanno fatto presente. Ed è molto difficile dar loro torto.

    Se è rottura vera lo sapremo sabato sera durante e dopo Parma-Catania. Certo è che torna alla mente quella frase di Leonardi di tempo fa, quando tirò a mano Alberto Malesani. Un altro allenatore che per dinamiche (di gioco e dialettiche) ricorda da vicino Marino. E anche una battuta da bar circolata questi giorni. 'Chissà che non facciano uno scambio di panchine con il Catania…'. Con ovvio riferimento a Marco Giampaolo, fresco fresco d'esonero.

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