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  • Pastorin: Juve, riecco Anastasi e Bettega

    Pastorin: Juve, riecco Anastasi e Bettega

    Mandzukic che vola così in alto da sfiorare le nuvole e di testa supera Marchetti; Dybala che realizza con un sinistro folgorante sotto la traversa e fissa, così, il 2-0 della Juventus alla Lazio nella finale di Supercoppa a Shanghai. I nuovi attaccanti si sono fatti trovare pronti al primo, importante impegno stagionale; non hanno deluso le aspettative e hanno fatto tirare un sospiro di sollievo a Massimiliano Allegri. Non sono stati gol "per caso": il croato e l'argentino hanno espresso il meglio del loro talento, hanno mostrato i colpi migliori del loro brillante e variegato repertorio. 

    E io, cronista d'età, ho rivisto in azione Roberto Bettega e Pietro Anastasi, la coppia di goleador che permise alla Juve degli Anni Settanta di ritornare egemone, padrona d'Italia, prima con Vycpalek e poi con Parola in panchina. Due attaccanti che sembravano usciti da un racconto di Osvaldo Soriano, impareggiabile "bracconiere di storie e personaggi": il primo, torinese, alto e implacabile nel gioco aereo; il secondo, catanese, piccolo e scattante, dalla rovesciata proletaria. La loro intesa funzionò per stagioni e stagioni, grazie anche ai cross pennellati di Franco Causio, detto "Brasil" o "Barone", agli assist intelligenti del regista Fabio Capello, alle fatiche da maratoneta e alla grinta pugnace del caminitiano "capitano con l'elmetto" Beppe Furino. Anastasi fu l'idolo di generazioni e generazioni, soprattutto degli operai della Fiat Mirafiori: allo scrittore Giovanni Arpino ricordava il pastore Rosario del mai finito romanzo "Le città del mondo" di Vittorini. Bettega era cresciuto nelle giovanili bianconere e avrebbe poi conosciuto un ruolo, importante, da dirigente. Oggi entrambi fanno, con garbo e competenza, gli opinionisti televisivi. 

    Mandzukic assomiglia moltissimo a Bobby Gol, anche nella maniera superba di aprire varchi per l'altra punta o per l'inserimento dei centrocampisti, di testa è micidiale e anche nell'approfittare degli spazi brevi; Dybala si avvicina parecchio a Petruzzu: nella sua rete ho rivisto l'Anastasi degli abbaglianti spunti giovanili: rapidità, istinto, coraggio e precisione. Certo, è sempre difficile stilare confronti e paragoni, ma le somiglianze, credetemi, sono enormi. 

    Marotta, come gli capita spesso in questi ultimi campionati, ha saputo agire sul mercato con abilità. Mandzukic e Dybala rappresentano delle certezze in questa Juventus del rinnovamento, e subito vincente. 

    Darwin Pastorin


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