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  • Patteggiamenti, Figc perplessa

    Patteggiamenti, Figc perplessa

    Prima i patteggiamenti (pene lievi), poi le richieste, pesanti, del pm del pallone Stefano Palazzi. Sebbene il calcioscommesse abbia celebrato soltanto il secondo giorno del suo primo processo sportivo, numerose sono le indicazioni emerse e destinate a fare giurisprudenza quando, ad esempio, fra gli imputati ci saranno club e tesserati di serie A.

    Palazzi è stato chiaro: pentitevi, collaborate e le sanzioni saranno ridotte. Così è stato per la truppa di chi ha scelto la strada dell’accordo con la procura, così non è potuto essere per tutti coloro che hanno deciso di affrontare il dibattimento. Risultato? Centotrentanove anni e nove mesi complessivi di squalifiche sono il peso sui 39 giocatori, ex giocatori e dirigenti o tecnici oggetto, ieri, delle richieste di pena del procuratore federale, ben 81 i punti (sempre complessivi) di penalizzazioni che l’accusa federale si aspetta trasformati in sentenze dalla corte.


    Dalla lunga lista delle sanzioni chieste da Palazzi, due sono i capitoli destinati a costituire un precedente per i processi che verranno: se a macchiarsi di omessa denuncia è un allenatore come nel caso di Maurizio Sarri, ex Grosseto, la richiesta di pena non sarà inferiore ad un anno di inibizione, lontano dall’accordo di 4 mesi di squalifica sancito dal patteggiamento per i tesserati Mora e Cellini. L’altra via aperta, ieri, dalle richieste di pena della procura arriva dai 50 mila euro di multa proposti da Palazzi per la Sampdoria e il Siena. Il club blucerchiato e quello toscano sono finiti al centro del primo processo sulle scommesse per il cosiddetto «effetto trascinamento», ovvero perché due loro tesserati, rispettivamente Bertani e Carobbio, sono stati rinviati a giudizio per associazione e, l’associazione secondo l’articolo 9 del codice sportivo, manifesta i suoi effetti anche dopo il compimento dell’illecito o presunto illecito (Carobbio e Bertani sono imputati per fatti commessi quando erano tesserati per altri club).

    Sullo sfondo del processo ecco il rumore dei malumori che, attraverso uno spiffero d’agenzia Ansa, scuotono la sede del procedimento: «...il presidente federale potrebbe far scattare il potere di impugnazione delle sanzioni che gli spetta...», si legge. Le sanzioni sono i patteggiamenti e la scelta del numero uno della Federcalcio Giancarlo Abete potrebbe nascere dalla volontà di dare risposta a quei club, parte interessata nel processo, che hanno messo nel mirino soprattutto i sei punti di penalizzazione inflitti al Grosseto nonostante il club toscano fosse coinvolto in ben otto partite incriminate. Ma la possibile mossa della Figc potrebbe anche essere figlia dell’indignazione dell’opinione pubblica per il caos scommesse, disaffezione verso il mondo del calcio che potrebbe aumentare davanti alla sensazione di pene morbide. «Non è giusto dire che giovedì è stata la giornata della carota con i patteggiamenti e, ieri, del bastone: l’altro giorno abbiamo applicato un istituto giuridico previsto dall ’o r d i n a m e n t o sportivo, ma anche da quello statuale per il quale sono libere anche persone che hanno commesso omicidi. Abete? È un galantuomo...», il commento di Palazzi. Quando la notizia d’agenzia è arrivata fin dentro al processo, forte è stato lo stupore dei giudici e degli uomini del procuratore. «L’impugnazione dei patteggiamenti? È come se la Figc impugnasse se stessa...», faceva notare più di un avvocato.


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