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  • Premier sotto shock: lo scandalo pedofilia oscura il Chelsea di Conte

    Premier sotto shock: lo scandalo pedofilia oscura il Chelsea di Conte

    • Guglielmo Cannavale, inviato da Londra
    “Spero che in presente e in futuro queste cose non accadano più. Ammiro molto chi ha parlato, hanno mostrato coraggio. Ho una grande ammirazione per il calcio inglese, è fantastico. È importante non rovinarlo con queste situazioni”. Inizio a parlare dello scandalo pedofilia nel calcio inglese partendo dalle parole di Antonio Conte prima dell’ultima partita, in conferenza. Il suo messaggio nasconde una paura, che uno dei campionati più avvincenti degli ultimi anni passi in secondo piano vista la gravità dello scandalo. Che il 2016 venga ricordato come l’anno della pedofilia nel calcio e non come l’anno di Conte, se così sarà. Il timore è fondato, perché qui in Inghilterra non si parla d’altro da tre settimane. Parlando con colleghi inglesi, emerge che davvero ora sono concentrati solo sulla bufera che sta avvolgendo il calcio britannico. Prime pagine dei giornali, notizie nei tg. Il primo posto di Conte è davvero passato un po’ in secondo piano. È giusto, legittimo, andare fino a in fondo allo scandalo pedofilia, ma ci auguriamo che questo Chelsea possa avere il risalto che merita. Sarebbe un peccato altrimenti. 

    ABUSI SESSUALI - Ma per capire cosa sta succedendo davvero in Inghilterra bisogna tornare indietro di tre settimane, al 16 novembre. Tutto ebbe inizio con un’intervista di Andy Woodward, ex difensore di Bury, Crewe e Sheffield, al Guardian. Uscì allo scoperto: è stato vittima di abusi sessuali da bambino. Il colpevole è l’ex allenatore Barry Bennel, che già era stato processato a fine anni novanta e passò 9 anni in prigione. Se Bennel era già stato condannato, perché lo scandalo è uscito ora? È una delle domande che si pongono in Inghilterra. È un tema che d’improvviso è tornato d’attualità. Da quell’intervista oltre 20 ex giocatori sono usciti pubblicamente allo scoperto, come l’ex Manchester City David White e l’ex Tottenham Paul Stewart. Più di 350 persone si sono rivolte alla Football Association perché avevano subito abusi. “È la più grande crisi della nostra storia”, ha ammesso il chairman della FA, Greg Clarke. La federazione inglese è stata travolta dallo scandalo, in molti si chiedono perché non fosse intervenuta prima. 

    CLUB COINVOLTI - È un maxi scandalo in cui sono coinvolti 55 club tra amatori e professionisti. Il Chelsea è finito nel polverone (accusato di comprare il silenzio delle vittime) e per questo fu fatta la domanda a Conte. Il club si è scusato con Gary Johnson, vittima di abusi nel 1970. Manchester City, Charlton, Qpr, Southampton e Newcastle si sono detti disposti a collaborare e hanno aperto indagini interne, sotto indagine sono finiti anche Leicester e Aston Villa. Tra i calciatori anche Matt Le Tissier, ex Southampton, ha detto di aver ricevuto un messaggio a sfondo sessuale da Bob Higgins, uno degli ex allenatori di calcio giovanile finito nello scandalo. La FA ora sta facendo indagini interne, 21 distretti di polizia stanno indagando. Andy Woodward è leader dell’Offside Trust, organizzazione che pretende giustizia e che ha chiesto donazioni a FA e Premier League. È stato istituito un numero verde che nei primi tre giorni ha raccolto 860 chiamate da persone che avevano subito abusi sessuali.

    GLI ANNI DELLO SCANDALO - I fatti sono risalenti soprattutto agli anni ’70 e ’80, ora non c’è il timore che possano verificarsi di nuovo perché "da circa quindici anni in Inghilterra chi lavora coi bambini deve superare dei test della polizia", ci rassicurano. L’opinione pubblica quindi non si interessa a provvedimenti da usare per impedire che questi fatti possano verificarsi, perché sono convinti che sia praticamente impossibile. Ma vogliono fare luce su quanto successo in passato. In quegli anni, così ci raccontano, “gli inglesi erano più innocenti, non potevano aspettarsi che potessero succedere cose del genere, per questo i bambini fin da piccoli venivano lasciati da soli nelle scuole calcio e non solo”. Ora interessa tantissimo su giornali e tv: “Perché era un argomento tabù, le persone vogliono informarsi e sapere”. In molti associano questo scandalo a quello che colpì, dopo la sua morte nel 2011, il popolare conduttore della BBC Jimmy Savile, colpevole di abusi sessuali. Una bufera che travolse e lasciò sconvolto il Regno Unito. Come sta accadendo ora con il calcio. Sono partiti anche i primi arresti: è finito in manette Jim McCafferty, ex allenatore delle giovanili del Celtic. Niente sconti, chi ha sbagliato deve pagare duramente.

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