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  • De Laurentiis e il futuro in Cina|: 'Vorrei la Dragon Cup'

    De Laurentiis e il futuro in Cina|: 'Vorrei la Dragon Cup'

    Non solo la Supercoppa italiana, che si disputerà l’11 agosto prossimo a Pechino tra il Napoli e la Juventus, ma molto di più. E’ a questo che punta il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis. E lo rivela in anteprima ad agichina24.it, in una intervista esclusiva alla vigilia della partenza per la capitale cinese.
    'Vorrei riuscire a organizzare una grande Dragon Cup in Cina sin dall’anno prossimo. Si tratterebbe di un torneo permanente, da giocare durante la pausa natalizia dei campionati di calcio o durante la pausa estiva', spiega De Laurentiis. 'Alla competizione dovrebbero prendere parte le migliori squadre europee e le migliori squadre cinesi e del Far East'. Il presidente del Napoli pensa di coniugare sport e business rendendo appetibile sotto entrambi i profili la Dragon Cup, per i team e per i tifosi. 'Forse metterò anche in palio un premio milionario, che potrebbe essere sponsorizzato – aggiunge – da un grande conglomerato cinese e/o internazionale'

    Non da oggi, ma “da vent’anni”, il presidente del Napoli e patron della Filmauro è convinto che 'la Cina sia il futuro” e che “anche nel calcio, così come già accade alle Olimpiadi, i cinesi potranno eccellere nel mondo”.
     

    Sono necessarie, tuttavia, alcune condizioni. De Laurentiis – dopo alcune inaspettate difficoltà organizzative che ha sofferto quest’anno per la trasferta cinese – non risparmia alcuni suggerimenti fuori dai denti alla Cina, se vorrà davvero conquistare un posto di primo piano sullo scenario calcistico mondiale. “Ci sono cinque condizioni molto precise: 1) liberalizzare il mercato cinese per importare senza limiti giocatori stranieri; 2) stabilire che i club devono appartenere a privati, i quali possano attraverso la Lega Calcio cinese instaurare un output deal con le maggiori televisioni nazionali, in modo che queste ultime paghino un fee per poter teletrasmettere le partite del calcio cinese, come succede in Italia, in Inghilterra e nel mondo occidentale; 3) sviluppare l’idea che gli stadi debbano diventare di proprietà dei club e che lo Stato cinese debba finanziare un ammodernamento o un restyling di queste strutture; 4) stabilire – sono ancora parole del presidente del Napoli – un legame con le maggiori società di calcio europee per aprire in Cina molteplici scuole per la crescita e l’educazione di calciatori cinesi e occidentali; 5) evitare qualunque fenomeno di corruzione, che minerebbe alla base la credibilità del sistema cinese, che è invece stato capace con grande orgoglio e grande eccellenza di conquistare i suoi primati alle Olimpiadi. E’ necessario perciò un sistema di controllo delle scommesse, che ahimé affliggono anche il calcio occidentale e che vedono le mafie occidentali legate a quelle orientali in un contesto di disturbo e distruzione generale dello sport'.

     

    De Laurentiis, che non ha mai nascosto un amore di vecchia data per la Cina e per la sua cultura, è anche convinto della possibilità, e della bellezza, 'di un incrocio di sino-latinità, che mi piacerebbe immaginare per il futuro. Ho pensato tante volte – racconta ad agichina24.it – all’ipotesi di prendere giovani talenti cinesi e portarli al Napoli, ma finché i cinesi non avranno chiarito che cosa vogliono fare da grandi in questo settore, noi non potremo decidere nulla da soli'.
     

    Il presidente, che ha risuscitato il Napoli nel 2004 dalle ceneri di un fallimento societario, ha oggi la soddisfazione di vedere il suo club – la rilevazione è recentissima – al quindicesimo posto nel calcio mondiale e al primo in Italia nel ranking stilato dalla tedesca Iffhs, l’istituto che redige le statistiche riconosciute ufficialmente dalla Fifa (e che colloca al n.18 in classifica il Milan e, molto più indietro, altre società italiane. Dopo i rossoneri, c’è la Lazio al cinquantesimo posto).

     

    'La piazza cinese è molto importante per il Napoli perché napoletani e cinesi hanno tanti punti di contatto. La nostra – continua De Laurentiis – è una squadra giovane ma tornata ai vertici del calcio mondiale. Purtroppo la Lega, sbagliando, ha svenduto a Mediapartners & Silva i diritti tv esteri del campionato italiano, per cui ho notato nel mio ultimo viaggio in Cina che il nostro calcio è poco teletrasmesso. Ritengo anche per questo fondamentale aprire il Napoli ai cinesi, che amano molto il calcio importante. Da noi brillano stelle come Cavani, Pandev, Hamsik, Insigne e sono sicuro che saranno i beniamini di quel pubblico'.

     

    E se un domani, spinto proprio da alcune affinità fra Napoli e Cina, un partner cinese proponesse a De Laurentiis l’ingresso nella società partenopea? Troverebbe le porte aperte o chiuse? 'Mai dire mai…', risponde il presidente. Che intanto sogna con la Cina anche ambiziosi progetti cinematografici: non è solo questione di affari, ma di prospettiva artistica. E su questo, tra breve, impegnerà Filmauro.

     


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