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  • Pernambuco: Sarri ha la Mazzarrite
Pernambuco: Sarri ha la Mazzarrite

Pernambuco: Sarri ha la Mazzarrite

Avevamo puntato su Sarri quando si confermava il re delle false partenze, figuriamoci adesso che si trova ai vertici della classifica con una squadra equilibrata e poderosa. Se il Napoli è così (una difesa ermetica, un centrocampo dinamico dalle verticalizzazioni fulminee, un Higuain ritrovato) gran merito è suo. In aggiunta, non scordiamoci la sua risposta a Maradona tutta stile e sostanza. Il grande campione e mediocre allenatore lo aveva affossato dicendo che con lui il Napoli "non ce l’avrebbe mai fatta". Sarri rispose, a parole, che con quella bocca Maradona poteva dire ciò che voleva perché per lui rimaneva un mito. Coi fatti, invece, cominciò a collezionare vittorie su vittorie in Campionato e in Uefa.

Ma ora, se la sostanza resta, lo stile s’incrina. In poco tempo si è reso protagonista di esternazioni che nulla hanno a che fare con la misura e la concretezza con cui si era presentato. Una vis polemica assai inutile sembra, all’ improvviso, pervaderlo come se un po’ di Mazzarrite cominciasse a impadronirsi di lui. Vicinanza a De Laurentis? Virulenza toscana sempre in cerca di occasioni polemiche? Certa acidità alla Agroppi secondo la quale chi vince o ti sta sopra in classifica, ha sempre torto?
Chissà?

Fatto sta che in pochi giorni l’ex impiegato (definizione a lui cara) non s’è fatto mancare nulla a proposito di spari per aria. Ha cominciato col “manto del Genoa che era un disastro e penalizzava i giocatori più bravi” (leggi: i suoi). Ha continuato con gli anatemi contro il pallone invernale Nike Ordem 3Hi-Vis, dicendo che “traccia  strane traiettorie e penalizza i giocatori più bravi” (leggi: i suoi). Poi, non pago, ha riesumato il luogo comune secondo il quale “bisogna avere la maglia a strisce per ottenere un rigore.” Nel caso del pallone, la Nike ha risposto che quello invernale è uguale al modello estivo, con la grafica diversa. Per i rigori regalati agli strisciati non si capisce bene a cosa alluda, visto che Inter e Milan ne hanno avuto uno a testa. Pensa forse al Sassuolo o alla Juve, sempre necessaria per trovare un colpevole. Vuoi vedere che Sarri teme la rimonta?

Sono dunque bastati l’addio alla provincia, una decina di giornate nella zona alta della classifica a far cambiare così tanto il lettore di John Fante, l’amante dei vinti e degli irregolari, il bancario che sogna Bukowski? Forse. Ma è più probabile che l’uomo stia divenendo vittima del più dolce dei veleni ovvero l’elogio. In due mesi, infatti, è divenuto “l’allenatore più forte in circolazione”, “lo Zeman capace di pensare alla difesa”, “il tattico geniale, bravo a  parlare con i giocatori”, “lo psicologo d’azione, che motiva, premia, incoraggia, consola”. 

Sarri è bravo non c’è dubbio, però può darsi il caso che si senta un po’ Napoleone, Freud, Von Clausewitz… E in una volta sola forse  è  troppo. Riprendesse in mano “Chiedi alla polvere”, ricercasse Bandini…Ma quei libri li ritroverà? Ho paura che Sarri alla polvere non sappia più chiedere. 

Fernando Pernambuco

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