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  • Petagna: 'Per Galliani ero il vice-Balotelli, zero chances al Mian'

    Petagna: 'Per Galliani ero il vice-Balotelli, zero chances al Mian'

    Essere considerato una promessa a soli 16-17 anni può essere un peso enorme, lo sa bene Andrea Petagna: l'attaccante ai tempi della Primavera del Milan era visto come uno dei migliori prospetti in circolazione, ma il girovagare in prestito non ha dato i frutti sperati e il percorso di crescita è proceduto a rilento. A gennaio i rossoneri lo hanno ceduto all'Atalanta (resterà in prestito ad Ascoli fino a fine stagione), ora Petagna a La Gazzetta dello Sport racconta la scorsa estate e l'arrivo nelle Marche: "Ho vissuto un’estate difficile. Non avevo richieste e a un certo punto volevo smettere. Vedevo tutto buio. Grazie al mio mental coach (Roberto Civitarese, ndr) sono riuscito a fare chiarezza in me stesso, ritrovando stimoli e voglia di giocare. Ora sono rinato. L'Ascoli mi voleva a tutti i costi, ma era in attesa del ripescaggio. Senza la B il Milan non mi mandava a giocare. Ho passato due mesi con il telefono in mano, in attesa di notizie".

    TROPPE PRESSIONI - Petagna poi parla appunto delle aspettative sul suo conto e delle pressioni generate da queste negli anni: "Su di me c’erano troppe pressioni. Galliani mi aveva battezzato come il vice-Balotelli e tutti si aspettavano cose incredibili. Sono andato alla Samp e dovevo essere il salvatore della patria, ma avevo appena 18 anni. Sono timido e l’attesa mi ha divorato. Appena sbagliavo una partita finivo in panchina. E’ successo pure a Latina: quante delusioni. A Vicenza, anche se ho giocato poco, ho imparato tanto. Merito di Marino e dei consigli di Cocco e Di Gennaro. Mangia è stato il primo a darmi continuità. Milan? Non sono rimasto deluso, anche se ho il rammarico di non aver mai avuto una vera occasione al Milan. E’ difficile sfondare giocando solo degli spezzoni. Sono contento della chiamata dell’Atalanta: hanno investito soldi importanti e credono davvero in me. Il mio arrivo in rossonero? A 9 anni facevo il raccattapalle all’Itala San Marco di Gradisca d’Isonzo, ammiravo Neto Pereira (oggi al Padova, ndr) e ogni estate facevo il provino per l’Atalanta, che mi avrebbe preso al compimento dei 14 anni. Poi il loro dirigente Mauro Bianchessi è passato al Milan e mi ha portato lì con Cristante".

    FA

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