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  • Petrucci a Veronesi:| 'No all'Epo libera'

    Petrucci a Veronesi:| 'No all'Epo libera'

     Liberalizzare il doping mettendo al bando solo ciò che fa male. È l'oncologo Umberto Veronesi a far riesplodere il tema della legalizzazione delle sostanze dopanti nello sport professionistico. Parole, quelle dell'ex ministro della Salute, che non potevano non provocare la reazione immediata del presidente del Coni, Gianni Petrucci, da sempre in prima linea con il comitato olimpico nazionale nella lotta al doping. Una reazione composta nei torni, ma irremovibile nei concetti. «Rispetto la sua opinione di scienziato - ha ammesso questa mattina nel corso di un seminario internazionale al Coni dal titolo 'Progetto talentò- ma non condivido affatto il suo pensiero. Noi abbiamo la responsabilità di tutelare i giovani e, soprattutto, di rispettare le leggi vigenti». Una collisione inevitabile, dunque, dopo l'intervista rilasciata da Veronesi alla 'Gazzetta dello Sport', in cui l'ex ministro della salute si domandava se dopotutto «non converrebbe liberalizzare il doping mettendo al bando solo ciò che fa male». «Prendete l'Epo - ha aggiunto l'oncologo - chi assicura che faccia male? Chi va in montagna per 15 giorni ottiene gli stessi effetti. Se il problema è etico, e vogliamo mettere tutti sullo stesso piano, si può pensare di liberalizzare il doping. Da liberale convinto, ho un approccio meno latino e più pragmatico: noi abbiamo il diritto, non il dovere, alla salute». Ma dal convegno 'Progetto talentò, tappa di avvicinamento a Londra 2012, il presidente del Coni ha ribadito la necessità di far camminare di pari passo la ricerca dei campioni sportivi con la correttezza. Sin da piccoli. Nel 'progetto talentò, trova infatti spazio anche la lotta al doping: «Bisogna cercare di allargare i controlli per prevenire e combattere il doping - ha aggiunto - perch‚ spesso, soprattutto a livello amatoriale, si esagera con gli integratori alimentari, talvolta vera e propria anticamera del doping». La proposta di Veronesi e lo stop di Petrucci arrivano d'altra parte nel giorno in cui l'oncologo lancia con la fondazione che ne porta il nome, da Milano, 'il Giro della salutè, un vero e proprio tour al seguito del Giro per insegnare i corretti stili di vita. Giusta alimentazione, niente fumo e tanto sport sano. E, aggiunge Petrucci, niente legalizzazione del doping

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