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  • Pinilla si racconta:| 'Adesso non mi fermo più'

    Pinilla si racconta:| 'Adesso non mi fermo più'

    • D.V.

    Sull'avambraccio sinistro si è fatto tatuare il volto di Gesù. La decisione Mauricio Pinilla l'ha presa poco meno di due anni fa, quando ha ricominciato a ricambiare l'affetto che appunto il Nazareno gli aveva dimostrato. 'Lui mi ha sempre voluto bene, sono io che non gliene ho voluto, non riuscendo ad apprezzare quanto di buono mi accadeva. Per anni ho deluso me stesso. Finii pure in una clinica in Spagna per curarmi la depressione. Facevo tutto quello che un professionista non doveva fare e la colpa era solo mia'.

    Capì forse che era l'ora di cambiare quando si ritrovò a Cipro, ultima frontiera del calcio moderno. E anche a Cipro trovò il modo di litigare col tecnico. 'Ci andai senza volerlo. Brutta storia, non ne voglio parlare'. Da lì la decisione di ricominciare da Grosseto. 'Dove tutti mi hanno voluto subito bene, ambiente ideale per un giovane. La Nazionale? Mi è sembrato un sogno. Ci ho sempre sperato, i miei idoli sono stati Salas e Zamorano, anche se il calciatore a cui mi ispiro maggiormente è Batistuta. La cosa più bella quando a 18 anni dicevano che ero più forte di Zamorano, la cosa più brutta quando un giornalista - avevo solo 24 anni - scrisse che ero già un ex calciatore'.

    Mauricio, che ha tutto il corpo maculato di tatuaggi, più o meno come Miccoli e quasi tutti dedicati ai familiari, oggi guarda al futuro con grande fiducia. 'Mi sento un professionista, faccio una vita da professionista e non mi infortuno più. Lo devo a mia moglie Gisela, che mi è stata sempre vicina e ha avuto molta pazienza. Alle mie figlie Augustina Paz e Matilda, che è nata a Palermo, e ai miei genitori. Per ora qui a Palermo ci sono mia madre e mia suocera. Adesso guardo al futuro con fiducia e non mi voglio più fermare. Se mi sento di passaggio a Palermo? Assolutamente no. Ho un contratto di 4 anni e voglio rispettarlo. Qui sto benissimo. Se sono a Palermo lo devo principalmente a Sabatini, che mi seguiva già da quando giocavo nella Nazionale under 17 del Cile. Non mi ha mai perso di vista e a gennaio ho saputo che il Palermo mi avrebbe voluto. Avevo anche altre squadre ma ho aspettato, sapevo che questa era la città giusta'.

    Acquistato oltre 4 milioni dal Grosseto ('così li ho ricambiati dell'affetto che mi hanno dato'), sapeva che doveva battere la concorrenza. 'Sapevo che sarebbe stata dura, ma ero decisissimo. Ad accettare anche la panchina senza storie. Volevo rimettermi in gioco e misurarmi anche con la serie A'. Scelta felice, almeno finora. 'Direi felicissima, giocare in questa squadra è una gioia. Qui è anche divertente, ho trovato giocatori come Pastore, con cui stare in campo è bellissimo. Sì, anche io cerco di adeguarmi con qualche finezza, così è tutto più bello. Non mi sento titolare, mi godo questo momento ma sono pronto a giocare al massimo anche un solo minuto. Certo, per le mie caratteristiche questo modulo è perfetto, ma non so se giocheremo sempre così. Non so dove possiamo arrivare, per me questa squadra non ha limiti. Possiamo essere la sorpresa del campionato se riusciremo a restare umili. Non penso di ripetere i 24 gol del Grosseto, me ne basterebbero la metà per essere soddisfatto'.

    (Giornale di Sicilia)

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