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  • Pippo Russo: c'è Traffic nella Fifa

    Pippo Russo: c'è Traffic nella Fifa

    Nel vasto scandalo che in queste ore colpisce la Fifa, e promette d’allargarsi a dismisura, è presente un soggetto cui si sta dando poco rilievo. Si tratta di Traffic Sports (http://www.trafficsports.com/EN/), una holding che nasce per sfruttare a 360 gradi il calcio come prodotto commerciale, e il cui coinvolgimento nell’inchiesta avviene attraverso la figura di Aaron Davidson (http://www.newsobserver.com/sports/soccer/carolina-railhawks/article22423950.html), uno dei sette indagati non sottoposti a provvedimento d’arresto. Figure, quelle di Traffic e di Davidson, apparentemente secondarie rispetto ai pezzi grossi della dirigenza Fifa colpiti dai provvedimenti del Ministero della Giustizia Usa condotti in collaborazione con la magistratura svizzera. E invece è proprio a queste figure che bisogna guardare per comprendere quale sia stata, nel corso degli anni, la posta in gioco che ha fatto crescere il bubbone.

    Partiamo da Traffic Sports. Una holding fondata nel 1980 dall’ex giornalista sportivo brasiliano José Hawilla (http://en.wikipedia.org/wiki/Jos%C3%A9_Hawilla). In un primo tempo Traffic si specializza nella cartellonistica pubblicitaria da stadio, ma poi man mano espande i propri campi d’azione e i prodotti calcistici da commercializzare. Si va dall’acquisizione e lo sfruttamento dei diritti televisivi, al marketing da stadio, fino all’organizzazione di gare amichevoli e tornei. Sotto la pressione di Traffic Sports, acquirente dei diritti, la Coppa America per Nazioni cambia format nel 1989, assumendo quello attuale sul modello degli Europei di calcio: due gironi all’italiana e incremento del numero di gare, a beneficio delle tv. Traffic aveva acquistato due anni prima i diritti televisivi sul torneo. Nel 1996 si ha un passaggio cruciale: Traffic Sports intermedia la chiusura del mega-contratto pubblicitario tra la federazione calcistica brasiliana (CBF) e la Nike. Un affare ricchissimo (160 milioni di dollari per 10 anni) ma oscuro, cui ho fatto cenno in un articolo recente (http://www.calciomercato.com/news/pippo-russo-il-brasile-una-nazionale-al-servizio-degli-affaristi-412650). Su quell’affare è stata condotta in Brasile un’inchiesta parlamentare, nel contesto della quale l’attenzione si appuntò sulla generosa commissione intascata da Traffic e su un interrogativo: ma perché mai due soggetti robusti come la CBF e la Nike dovrebbero fare ricorso a un’intermediazione per chiudere un contratto di sponsorizzazione? Misteri dell’economia parallela del calcio globale. A ogni modo, in queste ore di marasma, non è un caso che quel contratto di sponsorizzazione richiami un’altra volta l’attenzione degli inquirenti. (http://www.washingtonpost.com/blogs/wonkblog/wp/2015/05/27/meet-the-unscrupulous-executives-who-conspired-with-fifa-officials-to-funnel-150-million-in-bribes/).

    Tornando all’espansione compiuta nei vari settori calcistici da Traffic Sports nel corso degli anni, con la seconda metà degli anni Zero si aprono due nuovi fronti: l’investimento in diritti sportivi di calciatori (TPO) e il controllo di club sportivi. Riguardo ai primi, esiste ancora una versione non aggiornata del sito ufficiale di Traffic Sport in cui sono rintracciabili i calciatori in passato controllati dalla holding. Fra questi trovate Hernanes (http://www.traffic.com.br/site/EN/atletas). I cui diritti economici, ai tempi del trasferimento alla Lazio (http://www.corrieredellosport.it/calcio/calcio_mercato/2010/08/04-123136/Lazio-Hernanes,+ormai+ci+siamo), erano detenuti al 17% da Traffic e per un ulteriore 8% da Kirin Sport. Quest’ultima è un’agenzia capitanata da un indonesiano naturalizzato cinese che si chiama Joseph Lee (http://www.diariodocentrodomundo.com.br/quem-e-o-misterioso-investidor-chines-que-esta-agitando-o-futebol-brasileiro/), e nel corso del tempo si è specializzata nel portare calciatori brasiliani nel campionato cinese. Una notizia riportata nel sito di Kirin e datata 10 luglio 2012 riferisce che l’agenzia ha intermediato anche l’accordo fra il Guangzhou Evergrande e Marcello Lippi (http://www.kirinsoccer.com.br/intermediacao.php?id=1). Quanto ai club calcistici, Traffic fonda nel 2005 il Desportivo Brasil (http://en.wikipedia.org/wiki/Desportivo_Brasil), facendone un’accademia giovanile che nonostante la recente formazione trova immediatamente partnership eccellenti come quella del Manchester United. Da lì in poi Traffic si internazionalizza: apre le sezioni Traffic Sports Europe e Traffic Sports Usa, quindi acquista l’Estoril-Praia in Portogallo e mette le mani su due franchigie della rinata NASL statunitense: i Fort Lauderdale Strikers e i Carolina RailHawks (http://www.trafficsports.com/EN/clubs). Ma giusto su questo versante, nell’ultimo anno, c’è stata un’inversione di tendenza. A aprile dell’anno scorso il Desportivo Brasil è stato ceduto a Kirin Soccer (http://www.desportivobrasil.com.br/noticias.php?idn=1257). A settembre 2014 i Fort Lauderdale Strikers sono stati venduti a un gruppo di investitori brasiliani (http://www.miamiherald.com/sports/mls/article2156933.html). E da mesi sono in corso trattative con un fondo inglese che si chiama Fidelis per cedere in blocco l’Estoril-Praia e i Carolina RailHawks. Un disimpegno piuttosto frettoloso, quello sui versanti dei club e dei diritti economici sui calciatori.

    Di Traffic Sports Usa è presidente Aaron Davidson, che attraverso quella carica controlla i Carolina RailHawks. Nato in Texas da padre costaricano e madre messicana, in una data di cui secondo Wikipedia risulta incerto persino l’anno (http://en.wikipedia.org/wiki/Aaron_Davidson), Davidson si specializza in diritto e management dello sport e diventa l’uomo di riferimento di Traffic Sports negli Usa, assumendo il ruolo di presidente del Consiglio dei Proprietari di club della NASL. Adesso la NASL l’ha sospeso, e si appresta a rimettere in discussione i rapporti con Traffic Sports Usa (http://www.nasl.com/news/2015/05/27/nasl-statement-on-us-department-of-justice-investigation).

    Conclusione con notazione personale. Parlai di Traffic Sports più di un anno fa, nelle pagine di “Gol di rapina”. E lo scorso novembre, in occasione di un dibattito pubblico tenuto in Canton Ticino, presso la Scuola degli Sportivi d’Elite di Tenero (Locarno), mi ritrovai in platea il rappresentante di Traffic Sports in Svizzera. Era venuto appositamente per contestare le mie “balzane idee” su fondi d’investimento e TPO, e per raccontare quanto bene al calcio abbia fatto Traffic Sports nel corso del tempo. A distanza di sei mesi da quella circostanza e da quelle parole risparmio d’infierire. Non sarebbe elegante.

    @pippoevai

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