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  • Pippo Russo: tifosi italiani, chiediamo i danni a Lega di A e Figc
Pippo Russo: tifosi italiani, chiediamo i danni a Lega di A e Figc

Pippo Russo: tifosi italiani, chiediamo i danni a Lega di A e Figc

Il calcio italiano affonda e chi lo governa cerca alibi anziché soluzioni. È passata da un pezzo l'epoca in cui questo Paese esprimeva il campionato più bello del mondo e nel frattempo il suo sistema calcistico ha intrapreso un declino ormai percepito come fosse un destino. Non un segno di riscossa, non un piano di rilancio, e soprattutto nessun cenno d'autocritica da parte di coloro che stanno pilotando il movimento verso l'abisso. E dentro questo sfacelo sportivo ed etico, la ricostruzione continua a allontanarsi facendo perdere al calcio italiano credibilità sul piano interno e competitività sul piano internazionale. Il ricambio delle classi dirigenti avviene con lentezza esasperante e, quando avviene, i personaggi che assumono le cariche di vertice sono immancabilmente peggiori dei predecessori. In condizioni del genere ogni passaggio che cambia in peggio la situazione lascia la certezza di non essere ancora al punto più basso, e che l'avvitamento della crisi abbia una dinamica potenzialmente infinita. È arrivato il momento di dire basta. E se non lo fa chi guida il calcio, lo farà la gente del calcio.

Dopo l'ultima giornata di campionato si è oltrepassato un punto di non ritorno. La scorsa sera di domenica il tabellone delle gare e la classifica erano una sequela di asterischi. Tra posticipi e gare rinviate il cosiddetto "prodotto calcio" era un oggetto smembrato, un inno alla disorganizzazione, una dichiarazione d'impotenza. Una classe dirigente calcistica con un minimo di dignità si sarebbe pubblicamente scusata per tutto ciò. E invece nessuno sente il dovere di farlo per tutto ciò che è successo nello scorso weekend. Nessuno si scusa per il fatto che una partita, Parma-Udinese, sia stata rinviata senza che si sappia se mai verrà disputata. Nessuno si scusa per il fatto che una squadra del campionato di serie A rischi di non terminare il campionato, e che indipendentemente da come andrà la vicenda singola il torneo sia già falsato. Nessuno si scusa con i tifosi e la città di Parma per la frustrazione e la mortificazione cui sono stati esposti negli ultimi mesi. Nessuno si scusa con gli abbonati del Parma che hanno sottoscritto un carnet per 19 gare casalinghe e forse potranno fruirne di nemmeno due terzi. Nessuno si scusa coi tifosi dell'Udinese che avevano già organizzato la trasferta e impegnato risorse a quello scopo. 

Nessuno si scusa con gli abbonati delle pay tv che hanno comprato un pacchetto ora a rischio d'essere falcidiato. Nessuno si scusa con gli scommettitori che avessero intenzione di puntare sulle gare non disputate. Nessuno si scusa coi tifosi di Sampdoria e Genoa che sabato erano al Ferraris sotto il nubifragio, e che avrebbero potuto godersi il derby se l'ennesima storia di canoni non pagati dalle due società per la gestione dell'impianto non avesse impedito l'uso dei teloni. Nessuno si scusa coi tifosi di Sampdoria e Genoa che in conseguenza di quel rinvio non potranno essere sugli spalti in un giorno feriale e in un orario pomeridiano. Nessuno si scusa né si scuserà mai di nulla. O sentirà il bisogno di cambiare rotta, se solo ciò dovesse mettere a repentaglio un così incancrenito equilibrio di potere. Per questo è il momento di non stare più a aspettare. Né le scuse, né i presunti piani di rilancio del calcio italiano, né le solite parole di circostanza pronunciate da chi crede che tanto le cose passano e allora basta lasciarle scivolare via. Bisogna agire e ritorcere contro i produttori di questo sfascio le stesse armi che loro pretendevano di utilizzare.

Succede che da anni venga intonata la litania sulla necessità di trasformare i tifosi in clienti. Una trasformazione che molta parte dei tifosi continua a respingere, ma che forse per una volta è il caso di prendere sul serio per convertirla in un'opportunità. Ci si comporti pure da clienti, allora. Ma da clienti veri. Esigenti. Inflessibili. Clienti che esigono la qualità perché è un loro diritto elementare, oltre a essere al tempo stesso un obbligo per chi eroga un bene o servizio e a questo scopo viene (profumatamente) pagato per farlo. Davvero il tifoso è cliente? E davvero lo è perché compra accessi allo stadio, e abbonamenti alla pay tv, e oggetti di merchandising, e prodotti delle aziende che sponsorizzano i club?
Benissimo. Ma allora questo cliente esige di essere trattato come un soggetto portatore di diritti, non come membro di un parco buoi. E se questo cliente si vede vendere un prodotto scadente ha non soltanto il DIRITTO di ricorrere contro chi gliel'ha venduto: ha il DOVERE di farlo.

Ha il dovere di farlo perché viene leso un suo diritto di cittadinanza, e perché quel diritto di cittadinanza non è soltanto suo ma di chiunque altro si trovi nelle sue condizioni e perciò andrebbe tutelato dal rischio d'incappare in una situazione analoga. Per questo qui si lancia un'idea che speriamo raccolga un'adesione massiccia:

PROMUOVIAMO UNA CLASS ACTION DEI TIFOSI ITALIANI CONTRO LA LEGA DI SERIE A E LA FIGC PER CHIEDERE I DANNI.

Promuoviamo quest'azione contro la Lega di Serie A in quanto ente organizzatore del campionato, cioè di quel prodotto scadente e fallato che viene venduto ai "tifosi-clienti" come se fosse un oggetto d'alta qualità e a un prezzo corrispondente.

E promuoviamo ques'azione contro la FIGC in quanto ente a finalità di carattere generale, che dovrebbe diffondere lo sviluppo sano e compatibile del movimento su scala nazionale e avrebbe fra i propri doveri anche la tutela dei diritti di cui i tifosi (clienti o no) sono portatori.

Non sarà facile la strada della class action. Ma nemmeno impossibile. Con la forza delle adesioni di massa e l'aiuto degli esperti può essere provata. DEVE essere provata.

Il calcio è della sua gente. È il momento che la gente del calcio se lo riprenda.


Pippo Russo

@pippoevai

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