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  • PIT STOP: i 7 scandali (anche mortali) più infamanti della storia dell'auto

    PIT STOP: i 7 scandali (anche mortali) più infamanti della storia dell'auto

    • Luca Talotta
    È difficile essere un dipendente di Chevrolet, solo per citare uno dei tanti esempi, quando la tua azienda è accusata di costruire automobili che uccidono le persone. Nonostante gli innumerevoli dibattiti su se una certa automobile abbia anima o personalità, la verità è che i costruttori di automobili sono imprese e stanno cercando modi per massimizzare i profitti e ridurre i costi operativi. A volte questo accade a beneficio dei clienti, a volte i risultati sono catastrofici.

    Le compagnie automobilistiche hanno piegato leggi e regolamenti fin dall'inizio dell'industria, inutile negarlo. E il 2015, quello del Dieselgate di Volkswagen, è da intendersi forse come il peggior anno nella storia. Ma non sorprende notare come gli scandali più grandi della storia dell'automobile abbiano affrontato solitamente la sicurezza. Ecco qui una lista dei 10 scandali automobilistici più famosi di tutti i tempi; nella gallery, invece, una carrellata delle vetture in questione.

    1. General Motors seppellisce il Chrysler Airflow

    Introdotto nel 1934, il Chrysler Airflow è stata una delle vetture più aerodinamiche e avanzate mai costruite e costituiva una minaccia per lo status quo automobilistico. Il suo design radicalmente snodato lo ha fatto distinguere da qualsiasi altra cosa sulla strada, tanto che il colosso General Motors divenne furioso per il fatto che la piccola Chrysler avesse costruito un'auto così avanzata. E così GM acquistò pubblicità sul Saturday Evening Post affermando che Airflow fu un plagio creato da un disegno GM di alto livello (mai emerso) e che rappresentava un pericolo sulle strade. Chrysler rispose mostrando lo pneumatico ad alta velocità, l'utilizzo del vetro di sicurezza e molto altro. Il vantaggio di Airflow era un corpo unico in acciaio quando la maggior parte delle automobili usava ancora legno. La campagna dengratoria premiò GM, che non ebbe ripercussioni in Borsa e costrinse l’interruzione, nel 1937, della produzione di Airflow.

    2. Le follie di Tucker e l'accusa di frode

    Svelato nel 1948, il Tucker ha catturato l'immaginazione del pubblico grazie alle sue forti e semplici caratteristiche di sicurezza, alla progettazione avanzata e alla campagna di raccolta fondi di successo del fondatore carismatico della compagnia, Preston Tucker. Progettista di una torre per la Marina Militare americana durante la guerra, montò una campagna pubblicitaria nazionale e viaggiò in tutto il paese nella sua macchina futuristica, vendendo franchising e abbattendo i pagamenti sulle vetture per raccogliere fondi per la produzione. Grazie a funzionalità di sicurezza avanzate come un cuscinetto imbottito, una cella di sicurezza rinforzata, un parabrezza antifurto e altro, il Tucker 48 è stato rivoluzionario per la sua attenzione sulla protezione dei passeggeri. Purtroppo le pratiche commerciali della società erano poco lecite. Tucker iniziò a vendere opzioni e accessori a clienti la cui auto non era ancora stata costruita e quando cominciò a ritardare l’avvio della produzione, il governo entrò in gioco. Nel 1950, la Securities and Exchange Commission americana accusò Tucker e il suo consiglio di amministrazione di frode e chiuse la società. Alla fine vennero costruite solo 51 automobili, cosa che rendono le Tucker una delle auto classiche più desiderabili del mondo. Tanto che da Sotheby’s, ad agosto 2016, ne venne venduta una per oltre un milione e mezzo di dollari.

    3. Chevrolet e il supporto del motore irregolare

    Nel 1969, la National Highway Traffic and Safety Administration ricevette una relazione sui supporti difettosi dei motori Chevrolet che potevano scatenare una reazione potenzialmente mortale. Quando la questione arrivò a General Motors, la società rispose che aveva già ricevuto "172 segnalazioni di montaggi motorizzati falliti, con 63 incidenti e 18 feriti". Sorprendentemente, invece di agire, entrambi GM e NHTSA tennero silente per quasi tre anni la questione, prima di renderla pubblica. Il montante del motore usato dal 1965 al 1969 poteva potenzialmente crollare ad alta velocità, tirando il motore fuori dalla posizione e mettendo sotto stress il collegamento del corpo dell'acceleratore causando un'accelerazione involontaria. Il 5 dicembre 1971 GM annunciò il richiamo di oltre 6,5 milioni di veicoli per risolvere il problema.

    4. Il Ford Pinto mortale

    Introdotto nel 1971, il Pinto è stato progettato per contrastare la crescente marea delle importazioni che erano venute a dominare il mercato entry-level. Per un certo tempo, l'auto fu un successo (oltre 300mila unità vendute nel solo primo anno) ma aveva un difetto fatale e Ford ne era a conoscenza. Il collo di riempimento del carburante, in caso di collisone, avrebbe potuto forare il serbatoio del carburante, spruzzando il medesimo nell'abitacolo e innescando fiamme mortali. Ford aveva saputo del difetto prima che l'auto entrasse in produzione, ma decise che sarebbe troppo costoso da risolvere. Nel 1978 la sommossa pubblica fu così forte che Ford, con riluttanza, richiamò 1,5 milioni di Pinto per le modifiche. Almeno 900 persone sono morte a causa del difetto.

    5. Il difetto di trasmissione di Ford

    Dopo aver pagato milioni di dollari alle vittime del Pinto, Ford affrontò un altro disastroso richiamo nel 1980 dopo che l'NHTSA annunciò, al termine di un'indagine triennale, che aveva rilevato come le trasmissioni automatiche di Ford costruite tra il 1966 e il 1980 contenessero un difetto per cui potevano scivolare in fase di parcheggio in retromarcia. Dopo varie indagini si scoprì che l’azienda sapeva di questo difetto almeno dal 1972 e aveva rifiutato un miglioramento della progettazione. Dopo aver scoperto che il difetto fu causa di 777 incidenti, tra cui 259 feriti e 23 morti, l'NHTSA fu sul punto di emettere un richiamo di altre 23 milioni di auto, mossa che avrebbe probabilmente portato al fallimento Ford. Nel 1981 i dirigenti della società trovarono un compromesso: la società inviò 23 milioni di adesivi ai proprietari Ford da mettere sui cruscotti, ricordandoli di "assicurarsi che la leva del selettore sia completamente impegnata, e di inserire il freno di stazionamento "prima di spegnere l'auto”. Nel 1984 il numero di morti era salito a 77.

    6. L’accelerazione involontaria di Toyota

    Nel 2012, dopo anni di negazione su una presunta accelerazione involontaria in diversi modelli Toyota e Lexus, nonostante le prove di montaggio, l’azienda giapponese accettò di pagare al governo statunitense 1,2 miliardi di dollari per evitare il perseguimento penale, la più grande somma imposta ad un'azienda automobilistica. Come ogni altro grande richiamo, Toyota diede la colpa prima ad errori del guidatore. Poi disse che le stuoie del fondo auto erano in qualche modo d’impedimento al ritorno del pedale del gas in posizione alta; il tutto mentre la società nascondeva documenti che mostravano un originario difetto nel gruppo pedale del gas. Toyota venne scoperta nel 2009, richiamando 9,3 milioni di veicoli in tutto il mondo.

    7. Il Dieselgate Volkswagen

    Il 18 settembre 2015 l'EPA inviò al fabbricante di automobili tedesco una lettera dove si annunciava la violazione del Clean Air Act. Le sue autovetture a benzina - notoriamente note per essere più sportive, pulite ed efficienti dei concorrenti - avevano utilizzato software che permettevano all'auto di passare i test di emissione inquinanti. Di conseguenza, le vetture diesel avevano finito per inquinare molto di più di qualsiasi concorrente e, soprattutto, non dichiaravano il vero sui documenti. Milioni di clienti arrabbiati hanno chiesto risposte e risarcimenti e le vendite di Volkswagen (almeno negli Stati Uniti) sono scese in picchiata. Volkswagen ha perso, conti alla mano, 14,7 miliardi di dollari di fatturato solo negli Stati Uniti nell’anno successivo. Salvo tornare, come se niente fosse, a guadagnare nuovamente due anni dopo.

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