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  • PIT STOP: Valentino Rossi, l'assurdo rischio e l'inutile pazzia di chi tutto può

    PIT STOP: Valentino Rossi, l'assurdo rischio e l'inutile pazzia di chi tutto può

    • Luca Talotta
    Il weekend di gare di MotoGP ad Aragon si è chiuso senza il miracolo tanto sperato. Valentino Rossi c’era, ha stretto i denti ma chiuso la prova con un quinto posto che, tanto bello da urlare e sbandierare sui media, si è rivelato di fatto inutile. 

    In sostanza è accaduto quello che tutti già sapevamo ma non volevamo ammettere e accettare. Un Rossi perdente. Perché chi mai poteva seriamente sperare che il Dottore vincesse la gara dopo due sole settimane dall’operazione alla quale è stato sottoposto in seguito alla frattura di tibia e perone?
    Onestamente c’è da chiedersi se la sua partecipazione al Gran Premio di Aragon, oltretutto, avesse senso. Rischiare una ricaduta, dopo una doppia frattura così importante, poteva costare davvero caro.

    Certo, tutto attorno c’è un giro di persone, media, organizzazioni di gare che lo costringe, indirettamente, ad essere presente. Una MotoGP senza di lui non avrebbe senso in Italia, soprattutto alla luce dell’attuale periodo di appannamento di Andrea Dovizioso, come nel resto del Mondo. Ma calcoli alla mano un rientro così forzato è apparso solo un inutile e assurdo rischio. Una pazzia di chi tutto può fare in questo mondo delle due ruote sregolato. Anche allenarsi in enduro, cadere e mettere a rischio un’intera stagione. Cosa di fatto avvenuta. Ma i test per provare le moto, prima e dopo il mondiale, non servono proprio per cercare l’affidabilità della stessa e trovare un’intesa con il pilota? Non servono per sviluppare la moto e avere maggiore dimestichezza? Serve anche allenarsi in enduro nel bel mezzo del mondiale? 

    Domande alle quali, forse, solo Valentino Rossi potrebbe rispondere. Perché non ci sono notizie di altri piloti che lo fanno. Forse perché meno “pazzi” (sportivamente parlando, s’intende…) del Dottore?

    Senza dimenticare che, oltretutto, Rossi si è fratturato tibia e perone destri, quindi la stessa gamba già infortunata nel 2010 al circuito del Mugello. Raffaele Pascarella, direttore dell'unità operativa ortopedia e traumatologia dell'ospedale di Ancona dove è stato operato, aveva spiegato che il centauro di Tavullia “non potrà salire in moto prima di 30-40 giorni” e che “le fratture di gamba impiegano 4 o 5 mesi per la stabilizzazione completa”. 

    Ora la domanda sorge spontanea: cosa farà il 39enne Valentino Rossi? Si riposerà, pensando magari già ad uno sviluppo della moto per la prossima stagione o continuerà nell’insensata rincorsa al capo classifica di MotoGP Marc Marquez, distante ora ben 56 punti (224 contro 168) a quattro gare dal termine del Mondiale? La risposta alla “pazzia” sportiva del Dottore. Che potrebbe ancora una volta sorprendere tutti. Ma la sua pazzia, forse, è proprio quello che piace ai tifosi. Che non vedono l’ora di poter festeggiare ValeYellow46 con il decimo titolo mondiale. Che potrebbe, però, rimanere un sogno ancora per molto tempo. 
     

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