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  • Prandelli e l'Italia: ripartiamo, per i Filippo Di Molfetta

    Prandelli e l'Italia: ripartiamo, per i Filippo Di Molfetta

    • Luca Cellini

    Venerdì pomeriggio, nelle stesse ore in cui a 'La Gazzetta dello Sport' decidevano di pubblicare la nuova classifica del ranking Fifa, che vedeva la Nazionale italiana scendere dal terzo all'undicesimo posto, il figlio maggiore del più famoso deejay d'Italia, Linus (direttore artistico di Radio Deejay), faceva la cosa più anacronistica per un 14enne appassionato di calcio. Come regalo estivo, infatti, Filippo Di Molfetta chiedeva a papà Pasquale di comprargli una maglia ufficiale dell'Italia, con la motivazione: 'Siamo usciti dal Mondiale, ma ho speranza perché adesso è arrivato come nuovo c.t. Cesare Prandelli'.

    Nei giorni successivi all'eliminazione della Nazionale italiana dal Mondiale ci siamo dimenticati che, se per molti la brutta figura di Fabio Cannavaro e compagni era attesa, quattro anni dopo essere diventati campioni del Mondo, per ragazzi come Filippo Di Molfetta era il primo Mondiale affrontato con piena coscienza di sé. A 14 anni iniziano ad arrivare le prime 'pulsioni', si iniziano a fare le prime scelte autonome rispetto ai genitori, si entra nel grande mondo delle scuole superiori e tutto intorno inizia a cambiare davvero. Come regalo estivo Filippo poteva chiedere a papà Linus qualsiasi cosa, dal motorino, alla maglia del campione preferito, passando per un videogioco da console, ma il primogenito di casa Di Molfetta ha scelto una maglia azzurra, come atto di fiducia verso una rinascita.

    E' per ragazzi come Filippo Di Molfetta, per i suoi coetanei, per chi ancora si appassiona al gioco del calcio - che il mondo del pallone fa allontanare il più possibile dagli stadi con tessere del tifoso, prezzi dei biglietti alti e disservizi - che la Figc dovrebbe lavorare in chiave futura. Nel film 'Invictus' Nelson Mandela, interpretato da Morgan Freeman, affinché la Nazionale di rugby 'conquisti' il Sudafrica diviso dalle guerre passate, manda in giro la squadra per le bidonville del Paese. Il presidente Giancarlo Abete, prima di pensare a uomini immagine, come Roberto Baggio al settore tecnico o Demetrio Albertini presidente del Club Italia (il cui ruolo è ancora tutto da decifrare), cerchi di riconquistare chi in futuro vorrà ancora appassionarsi ai colori azzurri. Chi, nonostante la figuraccia Mondiale di Cannavaro e compagni, sceglie in un giorno di estate di acquistare ad oltre 70 euro una maglia della Nazionale. Perché se da una parte Cesare Prandelli farà di tutto, in termini di meritocrazia nelle scelte, per riconquistare chi già ama questo sport (e che nell'ultimo periodo pensava solo ai convocati del proprio club), il mondo del pallone italiano, ranking Fifa o meno, deve pensare al futuro, non copiando i modelli spagnoli, tedeschi o olandesi, ma ripartendo dai giovani. Da quei giovani che amano e gioiscono anche per la maglia azzurra.

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