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  • Premi CM.com, Calamai 'Mondiali 2006, Parigi deserta! Batistuta non sta bene'
Premi CM.com, Calamai 'Mondiali 2006, Parigi deserta! Batistuta non sta bene'

Premi CM.com, Calamai 'Mondiali 2006, Parigi deserta! Batistuta non sta bene'

  • Luca Talotta

Gabriel Omar Batistuta, i Mondiali 2006 visti in Francia, una vita fiorentina tra caos per la cessione di Baggio e i sogni in viola. Luca Calamai, fiorentino, una vita in Gazzetta dello Sport, è uno dei candidati alla vittoria finale del premio Calciomercato.com (PER VOTARE CLICCA QUI), sezione giornalista sportivo. E ai nostri microfoni racconta di come, nella sua carriera, la vita da giornalista sia stato tutto.

Signor Calamai, cosa vuole dire per lei fare il giornalista?
Semplicemente è la mia vita; mio papà era giornalista, anche se devo ammettere che, se vuoi fare il cronista sportivo, sei obbligato a parlare di calcio. Io sono sempre stato innamorato della pallacanestro, ma è il calcio quello che conta.


Quando è stato l'incontro con il calcio?
Da subito, ovviamente. Ho avuto la fortuna di seguire le vicende della Roma dello Scudetto di Falcao, qualcosa di irripetibile, che andò a braccetto con la delusione per la Coppa Campioni persa contro il Liverpool. In due anni la maggior gioia e la maggior desolazione.

Qualche rimpianto?
L'amarezza d'aver seguito Mondiali ed Europei ma non aver vinto nulla. Ho iniziato a seguire le nazionali nel 1990, quindi poche gioie...

E il Mondiale del trionfo, quello del 2006?
Ero a Parigi, a seguire la finale "vista dalla Francia", l'altra faccia del Mondiale diciamo. E' stata un'emozione esplosiva, perché i francesi erano sicuri di vincere. Dopo rigore di Grosso, non c'era più nessuno per le strade. E pensate a Parigi deserta, con qualche macchina tricolore ogni tanto che strombazzava. E' stato un effetto sconvolgente, fantastico.

Qualche giocatore che l'ha colpita particolarmente?
Ho avuto la fortuna di diventare amico di Gabriel Omar Batistuta; all'inizio si sentiva osteggiato dalla coppia Branca-Borgonovo, che gli fecero la guerra. E ho vissuto quel periodo insieme a lui. Poi quando Batistuta segnò il gol alla Juve mi inventai di far mandare sms al giocatore. E il fax della redazione di Firenze della Gazzetta andò in tilt! In due giorni, 3000 fax. Poi da lì decollò tutto. Ora purtroppo Batistuta fatica a camminare e gira il mondo cercando il sole. Non può stare in piedi più di mezz'ora per problemi alle ginocchia. Le infiltrazioni che ha subito gli hanno sbriciolato i tendini.

Firenze comunque vuol dire anche Roberto Baggio...
Abbiamo vissuto quel periodo in modo molto particolare. Per un fiorentino, vivere nella settimana dove ci fu la sconfitta nella finale di Coppa Uefa contro la Juve sul campo neutro di Avellino e due giorni dopo la cessione dello stesso Baggio sempre alla Juventus, fu qualcosa di traumatico. Un momento di cui professionalmente vado fiero come categoria di giornalisti fiorentini.

Il giornalismo ieri e il giornalismo oggi, due cose totalmente diverse?
E' cambiato in maniera totale il modo di fare comunicazione. I siti internet oggi sono compagni di viaggio, un qualcosa di imprescindibile; e poi Sky, un altro punto di riferimento. Prima i giornali avevano un patrimonio esclusivo, ora la carta stampata è solo un elemento della comunicazione. C'è ancora qualcuno che vive tutto questo in maniera concorrenziale. E mi vien da ridere. Ci si sbaglia, non è concorrenza, ma un modo di comunicare diverso. Non può esserci concorrenzialità. La carta stampata, però, ha dalla sua un vantaggio: deve avere il coraggio dell'opinione.

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