Calciomercato.com

  • Pressare Kroos e sfondare sugli esterni: così la Roma può battere il Real Madrid

    Pressare Kroos e sfondare sugli esterni: così la Roma può battere il Real Madrid

    • Matteo Quaglini
    Il nono Roma-Real Madrid nella storia della Champions League è uno di quegli incontri affascinanti, anche se sostanzialmente sbilanciati a favore degli spagnoli, visibilmente più forti, che possono raccontare molte storie tecniche e di genere in una partita di calcio. Per presentare questa partita ricorriamo, mescolandoli, agli elementi della tattica, dell’analisi dei rendimenti medi e alla descrizione di alcuni uomini chiave capaci di incidere nell’andamento del gioco, partendo dal Real e inserendo qua e là la Roma in momenti specifici, un po’ come immaginiamo sarà l’andamento dell’incontro. 
    Iniziamo dalla tattica non perché questa sia il punto centrale della partita, ma perché dalla struttura che questo meccanismo si darà, dipenderanno gli andamenti del gioco e lo sviluppo.   

    Il Real non è un mistero non né ha mai fatto un dogma anzi, non nutre per la struttura del gioco una grande considerazione e al fondo la snobba. Con Cr7 e gli altri campioni come James Rodríguez e Benzema fa anche bene perché la tattica non è tutto, conta di più e nettamente la tecnica, ma la Roma di Spalletti ancora in costruzione, potrebbe sfruttare i varchi creati da questa non curanza snob di origine narcisa e con la flessibilità nelle posizioni che l’allenatore ha introdotto potrebbe portare gli uomini e non il pallone negli spazi tra le linee del Madrid. Questa sarebbe se attuata con concentrazione e tempi giusti, un’arma importante contro una squadra che gioca sempre uguale e cioè sempre caricando il suo peso specifico sull’attacco.  

    Ancora non c’è una storia di Zidane come allenatore, troppo poco è aver allenato il Castiglia e 6 partite di Liga per capire la sua filosofia di gioco sia in difesa che tra le linee di centrocampo e d’attacco. Quello che si è visto e che probabilmente si ripeterà è una grande centralità nelle individualità; un ritrovato Isco nel cuore del gioco nella duplice veste di mezzala e trequartista e ancora un modo di attaccare rapido e fatto di passaggi di prima. Tutto questo dentro un meccanismo di empatia tra il vecchio leone di Francia e i suoi ricchissimi e pregiati giocatori in maglia bianca, che ha portato una ventata di fiducia e libertà nella squadra prima con Benitez, stucchevolmente meccanica e senza energia.

    La nostra base è però anche riferita alle 3 partite del girone di qualificazione fuori casa a Parigi, Malmö e Donetsk, per capire se ci sono atteggiamenti ripetuti e che possano creare qualche riferimento per la gara e che la Roma possa usare come riferimento. Un dato è interessante e collima, sono le assenze: il Real ha giocato due partite su 3 di queste gare fuori casa senza Marcelo e Bale, senza cioè due che strappano le squadre avversarie, questo ha portato a uno schieramento più stretto a centrocampo con Casemiro fisso in mezzo. Alla fine uno 0-0 e una partita vinta subendo tre goal. Qui vedremo come Zidane intende il gioco se in funzione degli uomini o in funzione dello schieramento. Farà la stessa mossa, poiché c’è lo stesso problema di assenze? Non crediamo perché Casemiro è sparito dai radar (non piace l’idea di un mediano difensivo al madridismo tout court) la più attesa delle soluzioni è quella che s’incentra come detto sulla centralità dei giocatori, quindi niente tattiche stringenti ma ognuno al suo posto per giocare la palla dal punto di vista tecnico. Su questa base la Roma dovrà rispondere di fino e strategicamente giocando a chiudersi e aprirsi come se fosse un pugno.

    Il Real arriva all’olimpico forte di 5 vittorie nelle ultime 6 di campionato con 23 reti segnate e solo 5 subite. Ma a noi interessa l’ultima giocata a Madrid e vinta 4-2 contro l’Athletic Bilbao. In particolare ci interessa capire le difficoltà della linea difensiva del Real Madrid perché è lì che la Roma può creare danno partendo però da un’intelligente pressione a centrocampo su Kroos e Modric. Il croato è la fonte da inibire, ma è in particolare sul tedesco, che in queste sei gare ha racimolato un rendimento medio di 5,833 con un goal e un gioco lineare e lento, che bisogna pressare. Alternare il necessario gioco di filtro a una pressione centrale in mezzo al campo, grazie al trequartista Nainggolan che attacchi Kroos potrebbe portare l’attacco della Roma a trovarsi di fronte alla terza linea spagnola e con alcuni palloni oltre questa linea e il movimento senza palla di Perotti e Salah, le sponde di Dzeko, creare problemi a una difesa non in grande forma e bassa nel rendimento. Il Real soffre il gioco laterale sulla banda (sui terzini) come dicono loro, ci vuole velocità nel recupero del pallone e poi sfruttare tutto il fronte offensivo, soprattutto quello destro dove gioca non sempre in maniera precisa, il terzino brasiliano Danilo. Da uno studio comparato su Marca, sugli allineamenti del Madrid e i rendimenti, traiamo la conclusione che la Roma del recuperato ma ancora non consolidato tratto di gioco palla indietro palla avanti, deve provare a sfruttare: il rendimento basso e incostante della difesa. Il terzino Danilo ha qualche problema fisico; Carvajal nell’inedita posizione a sinistra ha poco controllo; e al centro Varane (rendimento da 5,833) ha perso continuità nel gioco, mentre Ramos (rendimento a 5,916) è un po’ carente della sua proverbiale forza nelle gambe. Ma il calcio è anche racconto di genere, anzi soprattutto.  Avevamo parlato anche di uomini chiave e allora qui si scatena tutta la potenza del Madrid che sa segnare in vari modi: brevi triangolazioni, avviate da Modric (rendimento 7,416 nelle ultime 6) di 3 o 4 passaggi lunghi per andare in porta, concluse da Ronaldo e Benzema (rendimento 7,500) o da colpi di testa risolutori del gioco aereo anche se mancherà Bale (7 goal di testa in Liga).

    Il Real in Europa fuori casa tira di più che in casa (77 vs 69 tiri) ma meno nello specchio della porta (19 vs 33 interni), la difesa della Roma dovrà lavorare e non poco sull’attenzione. Serve concentrazione massima perché Cr7 è scatenato e di nuovo pienamente in forma, con 38 tiri complessivi in 6 partite europee di cui 25 in porta con 11 goal a cui vanno aggiunti i 20 in campionato segnati prevalentemente di destro (13).  Fermarlo è quasi un’utopia tecnica. La Roma che può portare azioni ficcanti con la classe di Pjanic e Perotti e la forza nel contrasto di Nainggolan, dovrà chiudere li spazi e al tempo stesso usarli a suo favore, ne ha gli uomini e le caratteristiche. 

    Altre Notizie