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  • Provenzali, signore di un calcio che non c'è più, ora schiavo dei cialtroni

    Provenzali, signore di un calcio che non c'è più, ora schiavo dei cialtroni

     

    Alfredo Provenzali non avrebbe sbagliato un congiuntivo nemmeno sotto tortura, al contrario di molti analfabeti di andata e ritorno che infestano la categoria, convinti come sono dalla nascita che il congiuntivo sia una malattia dell'occhio.

    Aveva una cultura sportiva enciclopedica. Il calcio, ma anche il nuoto, la pallanuoto, ilciclismo, l'atletica leggera e le altre discipline che amava nello stesso modo in cui le conosceva. Tantissimo.

    Non urlava. Non aggrediva. Non insultava. Non interrompeva. Non era un invidioso. Non era un frustrato e nemmeno un narciso. Era uno che amava il nostro mestiere così tanto da continuare a farlo persino in punto di morte.  

    Se n'è andato nel giorno in cui avrebbe compiuto 78 anni, chiudendo il cerchio di una vita spesa per raccontarci lo sport con quella voce che riconosceremmo fra mille.

    Ha detto bene Riccardo Cucchi che, per il linguaggio forbito e preciso, la preparazione professionale, la misura dei toni, ne raccoglierà il testimone: "Provenzali ha rappresentato un pezzo di storia della radio, ha fatto parte del gruppo delle grandi voci degli Anni 60 che hanno dato vita a quella straordinaria trasmissione che è "Tutto il calcio minuto per minuto". La sua voce calda, rassicurante ha raccontato Olimpiadi e Mondiali attraversando i momenti più importanti dello sport. Anche per questo lo abbiamo voluto con noi fino a poche settimane fa, nella squadra di Radio 1, come conduttore della trasmissione più importante, appunto "Tutto il calcio minuto per minuto". E' stato il terzo conduttore dopo Roberto Bortoluzzi e Massimo De Luca negli oltre cinquant'anni di storia della trasmissione". 

    Provenzali era un gentiluomo e un galantuomo di altri tempi e di un altro calcio. Ecco, qui sta il punto. Assediati come siamo dai cialtroni, dai cafoni e dai mercenari che baciano una maglia diversa ogni anno, al massimo due, non riusciamo ad accettare l'idea che se ne sia andato uno che, da cialtroni, cafoni e mercenari, era separato dalla stessa distanza fra la Terra e la Luna.  

    Ciao, Alfredo. Salutaci Ameri e Ciotti. E digli che ci mancate. Non sapete quanto. 

     

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

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