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  • Quagliarella| 'Voglio restare a Napoli a vita'

    Quagliarella| 'Voglio restare a Napoli a vita'

    Fabio Quagliarella, l’uomo che pianse a dirotto, che per il mondo è diventato il simbolo e l’eroe positivo di un’intera Nazione choccata dalla disfatta sudafricana, è tornato a casa.
    Parco «Nuovo Tetto», via Annunziatella, cuore di una Castellammare di Stabia vestita a festa per il figlio più glorioso. Il primo napoletano del Napoli a segno in un Mondiale.
    Sono più o meno le 15, e i segni della celebrazione sono ancora visibili: striscioni, bandiere, sciarpe. Il popolo riposa, non c’è un’anima in giro se non due elettricisti all’opera sul piccolo cancello grigio del parco «Nuovo Tetto» che introduce al mondo di Fabio Quagliarella. Poi, un clic: il portone si apre e si palesa lui. Il Quaglia: occhiali scuri, t-shirt, shorts, scarpe da ginnastica e casco. «Scusatemi, prendo la moto e vado al mare. Ho la barca giù alla Marina». Il tempo di una frase e scoppia il caos: tifosi, adulti e bambini, accorrono per la foto e l’abbraccio. Perché sia chiaro: l’uomo che pianse è il cuore di Napoli.
    «Eh, quelle lacrime hanno fatto il giro...».

    Hanno commosso e inorgoglito.
    «E pensare che quando vedevo qualcuno piangere in campo pensavo fosse un’esagerazione. Poi, ci ho sbattuto il muso. A dire il vero, avevo pianto anche dopo la convocazione».

    Che le ha detto Fabio Cannavaro tra le lacrime?
    «Ripeteva ”dai Fabiè”. Mi spiace che la sua avventura sia finita così».

    Lei per i media è diventato il simbolo dell’Italia, lo sa?
    «Avrei preferito non segnare, anzi non giocare ma andare avanti».

    La sua, però, resta la favola più bella di questo Mondiale maledetto.
    «A 13 anni, lontano da casa e senza controllo, avrei potuto intraprendere qualsiasi strada. E invece, ce l’ho fatta: devo tutto alla mia famiglia che m’ha sostenuto tra mille sacrifici. Dedico a loro il gol. Mio padre è stato anche disoccupato. Si è spaccato la schiena per noi».

    E lei s’è spaccato per l’Italia: come ha fatto Lippi a tenerla fuori?
    «Non scherziamo: io sono andato al Mondiale grazie a lui».

    Com’è che segna sempre il gol più bello di ogni manifestazione?
    «(ride) Beh, dopo il gol di Maicon alla Corea del Nord dissi scherzando che noi napoletani ci dobbiamo sempre mettere ”a ’coppa”. Mi è andata bene».

    De Laurentiis e Mazzarri le hanno fatti i complimenti?
    «Ho ricevuto un sms da Bigon. E poi tanti dai miei compagni».

    E dalla Russia?
    «Ma va...».

    Ha tanti estimatori, da quelle parti.
    «Certo, ho segnato allo Spartak Mosca e allo Zenit».

    Sia serio.
    «Ho letto del Rubin Kazan. Ma sapete come la penso: per me esiste soltanto il Napoli. Azzurro per sempre. A vita. Poi, dipende dalla società».

    In che senso?
    «Che se arriva un’offerta spetta a loro decidere. Io ho già scelto».

    E per pranzo cosa ha scelto dopo tanta dieta e tanto Sudafrica?
    «Mozzarella. A cena, invece, pizza. Dopo 35 giorni di ritiro ne ho proprio voglia».

    Dove andrà in vacanza?
    «Qualche giorno in giro per il Golfo con la barca, con la mia fidanzata Alice e qualche amico, magari Iezzo, e poi una settimana fuori. Tornerò ad allenarmi tra il 19 e il 21 luglio».

    Appuntamento al ritiro del Napoli a Folgaria?
    «(ride) Speriamo che la società non faccia follie!».

    I club che vogliono vincere, del resto, non cedono i campioni. Soprattutto se innamorati pazzi della maglia. Bandiere: merce rara.

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