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  • Quando l'esonero rovina la stagione

    Quando l'esonero rovina la stagione

    • Alessandro Di Gioia
    L'esonero (o "cacciata") del tecnico è sempre stato uno sport parecchio in voga in Italia, più che in qualsiasi altro campionato estero: è entrato anche nella cultura popolare, con la classica frase utilizzata dai presidenti, "meglio cacciarne uno piuttosto che mandarne via venti". Già, forse una volta, specialmente negli anni '90, era così: ma i tempi, nel pallone come nella vita, cambiano rapidamente. In questa stagione 2015/2016 è arrivata la conferma che l'esonero dell'allenatore non fa altro che peggiorare la situazione: o meglio, dopo una prima fase di scossa momentanea, la situazione precipita peggio di quanto avveniva prima dell'esonero. Tre esempi su tutti nel campionato di Serie A, quelli che riguardano nell'ordine Palermo, Carpi e Milan:

    ZAMPARINI, IL MANGIA ALLENATORI HA STUFATO - Il Palermo ha conquistato solo ieri sera una salvezza che ad un certo punto della stagione sembrava una chimera: incredibile, per una squadra il cui organico era nettamente superiore ad alcuni team già al sicuro da tempo. La differenza in questo caso l'hanno fatta le bizze di Zamparini, il re dei "mangia allenatori": prima Iachini, poi Viviani, poi ancora Tedesco, in seguito Barros Schelotto, Ballardini, di nuovo Iachini, Bosi e infine Ballardini. Troppi cambi, troppi metodi di lavoro che hanno destabilizzato la squadra: i giocatori andavano a letto con un allenatore in panchina e si svegliavano con un altro. Situazione incresciosa, che non ha portato alcun benefit ma che ha travolto un ambiente per nulla tranquillo, rischiando il finale "tragico".

    LA CACCIATA DI "PAPA'" CASTORI - Il Carpi era arrivato in Serie A grazie a Castori e stava per mantenere la categoria sempre grazie a Castori: un padre per i suoi giocatori, più che un allenatore. Un tecnico semplice, umile ma gran lavoratore: inspiegabile la scelta di allontanarlo per puntare su Sannino, una scelta che è costata alla squadra emiliana la retrocessione in Serie B. Già, perchè se il tecnico marchigiano avesse mantenuto salda la sua panchina, forse i biancorossi non sarebbero arrivati con l'acqua alla gola nell'ultima e decisiva giornata. "Dovevamo continuare con il gruppo che aveva conquistato la promozione, ma l'abbiamo capito troppo tardi", la frecciata, nemmeno troppo velata, alla dirigenza. Il Carpi saluta a testa alta, Castori ancor di più.

    MILAN, IL TEATRO DELL'ASSURDO - La situazione più assurda si è però vissuta nella Milano rosssonera: squadra sesta con quattro punti di vantaggio sul Sassuolo, esonero di Mihajlovic, squadra settima a fine stagione a pari della Lazio, a meno quattro dai neroverdi. Europa League lontana, lontanissima, visto che questo Milan non sembra poter essere in grado di battere la Juventus nella finale di Coppa Italia. Una squadra sfaldata e allo sbando, un tecnico forse bravo ma sicuramente catapultato in una situazione per la quale non era assolutamente preparato. Tutto per i capricci del Presidente, abituato ad essere "padre e padrone" ma nonn avvezzo a chiedere scusa. L'esonero è passato di moda, sarebbe meglio iniziare a comprenderlo.

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