Calciomercato.com

  • Quando lo stadio diventa avversario: il Tottenham e la maledizione di Wembley

    Quando lo stadio diventa avversario: il Tottenham e la maledizione di Wembley

    • Matteo Serra
    Nessun posto è come casa. Per quanto ci si possa sforzare o fare di tutto per rendere l'ambiente confortevole, la propria casa avrà sempre qualcosa di diverso e unico da tutti gli altri posti. Lo sanno bene i tifosi del Tottenham, che dopo essere tornati a casa amareggiati per l'ennesima volta da Wembely, avranno sentito una forte nostalgia per la loro "Vera Casa", quel White Hart Lane oggi chiuso a causo dei lavori di modernizzazione. 

    WEMBLEY MALEDETTO - Non si rischia di entrare nel soprannaturale quando si parla di vera e propria "maledizione Wembley" per la squadra di Pochettino. In quello che sarà lo stadio di casa per tutta questa Premier League, il Tottenham ha raccolto ben poche gioie: nelle ultime 11 partite giocate a Wembley dal 2007 (data della sua riapertura) ad oggi gli Spurs hanno vinto solo due volte, subendo sempre gol. Le maledizione sembra diventare ancora più crudele quando l'avversario è il Chelsea di Conte: nella semifinale di Fa Cup della scorsa stagione i Blues hanno vinto 4-2, ieri altro 2-1 beffando nel finale, con due gol nei due unici tiri in porta di tutta la partita. La maledizione di Wembley che fa di Alonso un eroe, capace di disegnare una punizione da favola e poi beffare Lloris, che all'89 si fa passare la palla sotto il corpo e regala il successo al Chelsea. Dall'altra parte, il palo ha rinnovato l'altra maledizione in casa Tottenham, quella che vuole Kane incapace di segnare nel mese di agosto: 12 partite, 0 zero. Dato che fa strano per il due volte consecutivo capocannoniere del campionato. 

    IL PERCHE' - Come in tutte le cose, ci sono sempre delle spiegazioni razionali anche a quello che sempre uscire da ogni logica. Lo stadio di Wembley è molto più grande di White Hart Lane: 105x69 lo stadio della nazionale, 100x67 quello degli Spurs. Un campo più ampio rende meno efficace quella che sono le grandi armi della squadra di Pochettino: un pressing asfissiante, scambi rapidi in poco spazio e inserimenti a ritmi elevati. Più si allarga il campo, meno questo diventa efficace. Uniamo anche il diverso clima della stadio, che intimorisce meno gli avversari. Sembrano inezie, ma perdere i propri punti di riferimento, che sia il posto nello spogliatoio, lo scalino da calpestare prima di entrare in campo, il tunnel che porta allo stadio, può fare grande differenza nella testa dei calciatori. La realtà dice che Wembley però sarà lo stadio per tutta la stagione e sarà bene invertire di corsa la rotta, perché per vincere la Premier le vittorie interne fanno la differenza. Non esiste ancora allenamento capace di sconfiggere le maledizioni, ma Pochettino e i suoi dovranno trovare una cura per poter tornare alla "Vera Casa", magari per festeggiare un titolo. 

    GLI ALTRI CASI - 
    Il Tottenham può consolarsi guardando il passato, quando altre squadre hanno vissuto situazioni analoghe: per il West Ham la scorsa stagione, il passaggio dall'iconico Upton Park allo Stadio Olimpico è stato decisamente drammatico e ancora oggi i tifosi degli Hammers devono sempre sforzarsi per aggiungere l'appellativo "Home" al nuovo stadio. Quando il Derby County prese possesso del suo stadio, il Baseball Ground ne 1895, per farlo sfrattò un gruppo di gitani che lo occupavano. Questi mandarono una maledizione contro il club: non avrebbe mai vinto una FA Cup. Maledizione "spezzata" solo nel 1946, dopo 3 finali perse. In quella finale contro il Charlton la palla esplose in campo, liberando, dicono i tifosi, dalla maledizione, dato che il Derby vinse poi 4-1. Situazione simile a quella di Tottenham e West Ham l'ha vissuta il Southampton nel 2001, anno in cui lasciò lo storico Dell per andare al nuovo St.Mary's. La squadra non vinceva mai in casa e i giocatori erano ormai convinti che lo stadio fosse infestato dagli spiriti maligni. Fu necessario l'intervento di una strega pagana che eseguì un rituale celtico per scacciare i fantasmi. Fanno forse sorridere queste davanti alla maledizione di Bela Guttmann lanciata sul Benfica: senza di lui non avrebbero mai più vinto una Coppa europea per i prossimi 100 anni. Guardare l'albo d'oro per farsi una idea.

    @MattSerra5

    Altre Notizie