Lo si era già capito durante il duro lavoro nella preparazione precampionato a Bormio e Mondovì, quando Giampiero Ventura cercava di inserire nuove nozioni tattiche e tecniche ai suoi giocatori, vecchi e nuovi. L’intento - secondo quanto riportato dall'edizione odierna di Tuttosport - era quello di costruire una squadra capace di saper interpretare più moduli senza subire contraccolpi o pericolose involuzioni. Si partiva da un 4-2-4 consolidato che aveva contribuito in maniera fondamentale alla promozione in serie A e alla successiva permanenza nel massimo campionato. La prima tappa di quello che Ventura chiama 'percorso di apprendimento' è stata l’adozione di un 3-5-2 di base, suscettibile di trasformazione in un 5-3-2 a seconda delle esigenze contingenti e della forza dell’avversario. Dopo un’estate di intenso lavoro e con l’arrivo di nuovi interpreti, il 3-5-2 ha iniziato a funzionare bene e in avvio di stagione il Torino ha regalato buon gioco anche se non ha raccolto tutti i punti che avrebbe meritato. Ma anche nel calcio chi si ferma è perduto e allora lo staff tecnico granata ha deciso di mettere a frutto ciò che è stato studiato e provato in estate. Ed ecco un estemporaneo ma indicativo ritorno al 4-2-4 in occasione della gara interna contro la Roma e il passaggio al 4-3-1-2 a Cagliari, con la presenza del trequartista dietro alle due punte. La domenica successiva, all’Olimpico contro il Catania, i granata hanno dato spettacolo riproponendo lo stesso modulo del Sant’Elia, dominando la gara e rifilando quattro reti ai siciliani. E sabato sera scorso a Marassi, contro il temibile Genoa di Gian Piero Gasperini, la partenza è stata col 3-5-2 con passaggi più che estemporanei al 3-4-1-2 grazie ai movimenti di El Kaddouri per una delle migliori versioni del Toro di questo campionato sotto tutti i punti di vista. E’ mancata la vittoria, ma il pareggio non rende giustizia ai meriti dei granata.