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  • Mister Baldini marcò Batistuta e giocò con Simeone

    Mister Baldini marcò Batistuta e giocò con Simeone

    • L.C.

    «Il primo pallone che tocchi è sempre il più difficile». Probabilmente Fabrizio Baldini, tecnico del Capezzano, ha detto queste parole ad uno dei suoi ragazzi che sbagliando il primo intervento dopo una manciata di secondi dall’inizio della gara aveva provocato il vantaggio avversario. «E’ una frase che mi diceva sempre un mio vecchio allenatore – racconta Baldini – ed è vero». E se lo dice uno che in carriera ha marcato Gabriel Batistuta bisogna credergli. «Giocavo nel Pisa in serie B – ricorda intervistato dal quotidiano Il Tirreno - e la Fiorentina che poi vinse il campionato (quello del 1994, ndr) arrivò all’Arena con i favori del pronostico. L’allenatore mi disse che avrei dovuto marcare Batistuta». Baldini chiese rispettosamente ad Eugenio Bersellini se la marcatura del “Re Leone” poteva essere assegnata ad altri. Ma il “sergente di ferro” fu inflessibile. «Bosco gioca libero – mi disse – e tu vai su Batistuta. Giocai da sette in pagella. Finì 0-0, stretto per noi, davanti a 25 mila spettatori: una grande emozione». Come quella provata contro il Brasile con la maglia della nazionale under 20 della quale è stato anche capitano. «Vincemmo per 2-1 a Reggio Emilia. Una grande soddisfazione: avevamo pur sempre battuto una nazionale del brasiliana». Quaranta anni, pietrasantese, Fabrizio Baldini tira i primi calci Ripa di quel maestro che è Bruno Barberi. «Mi ritengo uno dei figli calcistici. Barberi è sempre stato un tecnico più evoluto rispetto ad altri. Già a metà degli anni Ottanta, ci faceva fare gli esercizi con il pallone tra i piedi come fanno i tecnici di oggi». Erano gli anni in cui si cominciava a giocare a calcio a dieci-dodici anni. «Prima si giocava per la strada dove imparavi a non cadere per non sbucciarti le ginocchia. Ora a sei-sette anni i bambini vanno già in campo. Meglio o peggio? Non lo so. Molto dipende da genitori, allenatori e la società per la quale vanno a giocare. Un fattore negativo è che questi ragazzini “praticano” troppo calcio alla playstation o guardando le partite alla tv». Dal Ripa di Barberi al Pisa. «Ho fatto tutta la trafila nelle giovanili in nerazzurro con Hemmy, Ferdinando Donati e Mariano Riva allenatori. Poi il salto in prima squadra voluto da Luca Giannini. A Pisa ho giocato con Simeone, Chamot, Vieri e Muzzi. Poi Giannini fu esonerato ed al suo posto arrivò Lucescu che in seguito mi portò a Brescia». Di seguito vestirà le maglie di Turris, Acireale, Avellino e Lucchese poi l’infortunio che ne frenò l’ascesa. «A 25 anni mi sono rotto il tendine rotuleo di entrambe le ginocchia. Lo stesso infortunio di Ronaldo. Mi feci male un mese prima del campione brasiliano. Un infortunio che mi ha fatto perdere quasi tre stagioni». Il ritorno in campo all’inizio del nuovo secolo giocando con il Camaiore poi altre otto stagioni in Eccellenza, fino al 2010. Il suo sogno? Continuare ad allenare magari in qualche categoria superiore. «La serie C è un sogno quindi mi auguro di poter arrivare almeno alla serie D». 

     

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