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  • Marino scrive per CM: lo dice un semplice indice statistico, la Fiorentina può sorridere. Inter, bisogna migliorare. Svolta Napoli. Milan e Juve, così non va

    Marino scrive per CM: lo dice un semplice indice statistico, la Fiorentina può sorridere. Inter, bisogna migliorare. Svolta Napoli. Milan e Juve, così non va

    Gli allenatori e i direttori sportivi più esperti tengono sotto costante monitoraggio un dato a cui molti tifosi non sono soliti dare la giusta importanza. Il rapporto tra i gol fatti e quelli subiti, definito differenza reti, è un dato che non sempre le classifiche evidenziano, ma che, in base alla mia esperienza, è un indice fondamentale per misurare l’equilibrio tecnico-tattico di una squadra e valutarne lo stato di salute e le proiezioni future.

    Oggi tutti gli allenatori lavorano, tutte le settimane, su sofisticatissimi report statistici delle partite, ma non disdegnano di usare una semplice sottrazione come la differenza reti totale o a pacchetti di partite, per trarre indicazioni attendibilissime sugli sviluppi futuri, su eventuali iniziative da intraprendere per ritoccare l’assetto tattico e sulla necessità di modificare un modulo di gioco.

    Vi faccio un semplice esempio di quanto la differenza reti fotografi la bontà di un determinato assetto tattico o segnali in modo netto l’idiosincrasia di una squadra per un determinato modulo. Parliamo del Napoli di Sarri, che, dopo tre partite di campionato con differenza reti -1, in occasione della partita di Europa League con il Bruges modifica il modulo e passa al 4-3-3. Ottiene un 5 a 0 con i belgi e nelle successive tre gare di campionato fa registrare una differenza reti di +6.
    Risultato il Napoli diverte (Carpi a parte) e subisce un solo gol (Juventus) mentre nelle altre tre partite ne aveva subiti 6, risalendo in parte una classifica fino ad allora umiliante. Naturalmente, il dato della differenza reti da -1 si impenna a +5.

    Una volta testata l’ attendibilità del dato proviamo allora a compilare, almeno per i primi posti, la classifica della differenza reti, non senza ricordare che, negli ultimi anni, la squadra che ha poi vinto lo Scudetto, dopo sei giornate di campionato, aveva almeno +4 di differenza reti.

    Fiorentina +7
    Roma e Chievo +6
    Torino e Napoli +5
    Sassuolo  Atalanta e Sampdoria +3
    Inter +2
    Milan Juventus e Palermo -1


    Il risultato di questo giochino è sorprendente, anche se un campione di sole sei partite, va considerato soltanto come mero dato indicativo. Questa analisi, però, può aiutarci a capire e soprattutto intuire tante cose. Si può indovinare ad esempio chi è destinato a salire o a scendere nella classifica vera, oppure trarre segnali positivi per pensare che una squadra rivelazione in questo momento, può essere destinata a non essere una meteora.

    Secondo la differenza reti, quindi, la Fiorentina è la capolista morale della classifica e, per l’ equilibrio mostrato dai numeri tra la fase offensiva e difensiva, che, secondo questi dati, sembra destinata a durare, con grande felicità del popolo viola. L’Inter di Mancini, invece, passa dal primo posto della classifica vera al nono. Forse, c’è un poco di riluttanza nell’accettare questo dato, ma in casa nerazzurra un piccolo campanello d’allarme farebbe bene a squillare.

    La Roma, nonostante tanta alternanza di risultati, con un ottimo +6 almeno fa sorridere un poco Garcia e mostra un ottimo dato per essere ottimisti sul futuro. Positivi i dati di Chievo e Torino, vere rivelazioni del campionato che mostrano in questi dati tutta la solidità dei progetti tattici dei rispettivi allenatori Maran e Ventura.
    Del Napoli abbiamo già detto, ma evidenziamo che il rapido recupero di una differenzareti da primi posti, lascia presagire un futuro molto roseo, a patto di avere continuità nell’ intensità di gioco.

    Il Sassuolo scende un po’ in classifica e non sembra dar ragione, così, ai sogni di Scudetto di Squinzi. Bene Atalanta e Sampdoria che, raggiungendo in questa speciale classifica il Sassuolo, certificano la bontà del lavoro di Reja e Zenga, speranzose di proiezioni addirittura più rosee.

    I dati di Milan e Juventus ci lasciano veramente sorpresi perché possono essere indicativi di crisi che potrebbero essere strutturali e che, per invertire il trand negativo, potrebbero richiedere, oltre al rapido recupero degli infortunati  (Juventus), ulteriori stravolgimenti tattici, se non poderosi interventi nella finestra di gennaio del calciomercato, ma di questo parleremo nelle prossime settimane.

    Grande preoccupazione anche per la Lazio che da una classifica onorevole, con -3 non riesce neanche a comparire nei primi posti della nostra graduatoria, un segnale inconfutabile di tutti i turbamenti che sta vivendo l’ottimo Pioli.

    Insomma abbiamo provato, grazie ad un semplicissimo dato statistico, a dare una diversa lettura della classifica, che, forse deprimerà qualcuno ed esalterà altri, però state certi che, come spesso accaduto, questa analisi si rivelerà, per buona parte una seria anticipazione di quanto accadrà.

    Pierpaolo Marino

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