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  • Raiola, che figuraccia col Guardian!

    Raiola, che figuraccia col Guardian!

    • Pippo Russo
    Entrare nella jungla delle commissioni agli agenti. Lo ha fatto il Guardian, che in un lungo articolo pubblicato nell'edizione di stamani ha aperto uno squarcio sul tema. Si è avuta la conferma di ciò che si sospettava: un altissimo livello di promiscuità nel rapporto fra club, calciatori e agenti. Con questi ultimi che agiscono in modalità anfibia, e che per ottenere pagamenti maggiormente vantaggiosi in termini fiscali agiscono come se i calciatori da loro assistiti fossero dei perfetti estranei. Dulcis in fundo, l'articolo dà conto di una figuraccia rimediata da Mino Raiola. Ma andiamo a spiegare.

    Il pezzo, firmato dal sempre puntuale David Conn, è andato a scavare alla ricerca dei casi in cui un agente è risultato essere consulente di un club nell'operazione di trasferimento di un calciatore, che a sua volta risulta non avere un agente. Quello appena descritto è uno schema che sovente nasconde situazioni di promiscuità, poiché l'agente è in realtà sia il rapprsentantee del calciatore che consulente del club acquirente (e, nei casi estremi, anche del club cedente). Come spiega l'articolo del Guardian, l'espediente di far risultare privo di agente il calciatore è utilizzato in conseguenza di un malcostume ormai normalizzato: quello per cui è il club a pagare all'agente il servizio d'intermediazione che questi rende al calciatore. Questo malcostume, oltre a essere estremamente discutibile in termini etici (in quanto rappresentante del calciatore nella trattativa, l'agente dovrebbe essere controparte rispetto al club, e però ne viene pagato come se avesse trattato "dalla parte" del club stesso), comporta delle complicazioni inattese. In apparenza ci sono vantaggi per tutte le parti. Per il calciatore, che risparmia di pagare per il lavoro fatto dal suo agente. Ma anche per l'agente e il club, che rafforzano le relazioni in vista di future trattative e possono sfruttare una tassazione sulle società che presenta maggiori vantaggi fiscali. Ma lo schema così delineato comporta anche dei rischi per il calciatore. Che secondo un'interpretazione sensata ricaverebbe, in termini di reddito, un beneficio dal mancato pagamento della prestazione fornita dall'agente, e per questo andrebbe ulteriormente tassato.

    È proprio per evitare questo intoppo che è stato elaborato lo schema secondo il quale l'agente presta servizio al club, nel quadro d'una transazione che vede trasferire un calciatore ufficialmente privo di agente. Un escamotage che ha richiamato i sospetti di Her Majesty's Revenues and Customs (HMRC), l'agenzia fiscale britannica, che ha avviato accertamenti sulle possibili dichiarazioni mendaci da parte dei club. La prima vittima di questi accertamenti, riferisce l'articolo, è stato il Birmingham City. Ma ciò non ha impedito che i club continuassero a ricorrere all'escamotage. L'analisi condotta da Conn sui dati forniti dalla Football Association inglese fa emergere cifre che nel caso della Premier League rimangono impressionanti. A capeggiare la lista dei club che utilizzano questo schema sono il Chelsea e il Watford. A proposito del club di Roman Abramovich vengono citati gli ingaggi di Nathan, Kenedy, Miazga, Ramires e Pato. Tutti calciatori riconducibili a Kia Joorabchian, il puparo del mercato interista dall'inizio dell'era Suning, e al suo uomo di fiducia in Brasile, Giuliano Bertolucci. Per quanto riguarda il Watford, club controllato dalla famiglia Pozzo, si parla di ben 16 trasferimenti. Fra questi spicca il passaggio agli Hornets del centrocampista Étienne Capoue. Il cui legame d'agenzia con Mino Raiola è pubblicamente affermato dallo stesso calciatore, ma nonostante ciò risultava privo di agente, stando ai dati della FA, al momento del trasferimento a Vicarage Road.

    Per chiarire la situazione del calciatore francese, Conn ha contattato telefonicamente Raiola e gli ha chiesto se lui sia l'agente di Capoue. E l'agente italo-olandese, loquacissimo come suo solito, ha risposto di sì. A quel punto il cronista del Guardian gli ha chiesto come mai, quando nell'estate del 2015 si è realizzato il trasferimento al Watford, Raiola risultasse consulente del club mentre il centrocampista era dato come "privo d'agente". Lì il chiacchierone Mino s'è zittito. Tanto era stato rapido a dire sì, quanto lo è stato nel perdere la favella. Si è limitato a affermare che per tali questioni bisogna rivolgersi al suo avvocato presso l'agenzia olandese dello stesso Raiola, la Maguire Tax and Legal. L'avvocato si chiama Patrice van Oostaijnen. A precisa domanda via mail sull'affare Capoue si è guardato di rispondere. Mai come in casi del genere si può ben dire che il silenzio sia d'oro. Specie dopo la pronuncia di un "sì" tanto improvvido. Parafrasando Anthony De Mello, a volte un pollo può credersi un'aquila.

    @pippoevai 

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